I medici di famiglia si confermano pilastro fondamentale nella gestione del picco influenzale e delle virosi respiratorie che stanno interessando Napoli e l’intera Campania. “Sono centinaia le visite ambulatoriali e domiciliari effettuate dai medici di famiglia per assistere i pazienti fragili in questa fase critica,” ha dichiarato Giovanni Senese, Segretario Regionale Campania dello SMI (Sindacato Medici Italiani).
Nonostante i rallentamenti amministrativi dovuti all’introduzione dei nuovi codici del Nomenclatore Nazionale per le ricette, i medici di medicina generale stanno lavorando fino a 12 ore al giorno. Il loro impegno è stato determinante per ridurre gli accessi ai pronto soccorso della regione, già messi a dura prova dalle criticità organizzative di alcune Aziende Sanitarie Locali (ASL). “Queste problematiche non possono gravare interamente sulla nostra categoria,” sottolinea Senese.
A rendere la situazione ancora più complessa è il numero crescente di pazienti senza medico di medicina generale. Molti di loro, durante le ore serali, si rivolgono ai presidi di continuità assistenziale, le ex Guardie Mediche, per ricevere cure. Questa pressione aggiuntiva evidenzia la necessità di interventi strutturali.
Le richieste del SMI sono: incentivare i giovani medici a scegliere la professione di medico di medicina generale, fondamentale per il sistema sanitario territoriale; potenziamento delle Guardie Mediche, per migliorare il filtro assistenziale e alleggerire la pressione sui pronto soccorso degli ospedali campani. “La combinazione tra l’operato degli ambulatori e i presidi di continuità assistenziale può garantire un’assistenza capillare ed efficiente, prevenendo il sovraffollamento delle strutture ospedaliere,” conclude Senese.
Articolo pubblicato il giorno 10 Gennaio 2025 - 11:44