Crollo del cimitero di Napoli, familiari protestano con pale: “I nostri cari sono sotto le macerie da 3 anni”
Napoli – Scene di forte impatto questa mattina al cimitero di Poggioreale, dove i familiari dei defunti hanno manifestato con pale e badili per chiedere la ripresa degli scavi nell’area del crollo delle congreghe dei Dottori Bianchi e di San Gioacchino. La protesta segna il terzo anniversario del cedimento delle due cappelle, avvenuto nel 2022.
“Andremo a riprenderci i nostri cari rimasti sotto le macerie” – è l’appello lanciato da Pina Caccavale, portavoce del comitato che riunisce i parenti delle vittime ancora sepolte sotto i detriti. Secondo Caccavale, i lavori sono fermi da marzo scorso, quando la Metropolitana Spa ha abbandonato il cantiere, lasciando l’area in stato di totale abbandono.
L’appuntamento per la manifestazione è stato fissato alle 9:30 davanti alla tendostruttura che ospita 1.781 bare già recuperate ma ancora in attesa di una sistemazione definitiva.
“Ci avevano promesso che sarebbero state recuperate tutte le salme, ma nulla è stato fatto. Ci sentiamo traditi” – ha aggiunto Caccavale, sottolineando come la battaglia non sia per risarcimenti economici, ma per il rispetto e la dignità dei defunti. “Mia madre e mia zia sono ancora là sotto” – ha raccontato con amarezza.
Restano da recuperare centinaia di loculi, di cui circa 300 nell’ipogeo. La congrega dei Dottori conteneva 1.250 loculi, mentre quella di San Gioacchino ne contava 1.400.
Nonostante l’area del crollo sia ancora interdetta e coperta da un telone montato dal Comune, i familiari oggi hanno deciso di agire simbolicamente, armati di strumenti di lavoro. “Non possiamo più aspettare”, ha concluso la presidente del comitato.
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