Mille morti sul lavoro nei primi 11 mesi del 2024, in aumento del 3,3% rispetto all'anno precedente. Crescite nei settori delle costruzioni e del trasporto e magazzinaggio.
Nel corso dei primi undici mesi del 2024, si è registrato un preoccupante incremento delle vittime sul lavoro in Italia, con mille morti accertati. Questo dato si riferisce esclusivamente ai casi regolarmente denunciati all’Inail, escludendo altre tragedie come quella di Calenzano, avvenuta all’inizio di dicembre. Le recenti segnalazioni indicano che venerdì scorso sono morti altri due operai: uno in un cantiere autostradale lungo l’A14 e l’altro in un’azienda nel casertano, dove dieci giorni prima si era già registrata un’altra vittima.
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Bruno Giordano, magistrato presso la Corte di Cassazione e già direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha commentato la situazione, affermando: “Con l’occupazione aumentano gli omicidi e i feriti sul lavoro. Non c’è da vantarsene anzi c’è da vergognarsene. L’albero si vede dai frutti. I numeri dimostrano l’inefficienza e l’inutilità dei provvedimenti di questi ultimi due anni, se non la latitanza istituzionale”. Giordano ha inoltre sottolineato che l’aumento di morti nel settore delle costruzioni evidenzia “l’inutilità della tanto decantata patente a punti”, aggiungendo che: “Se l’aumento colpisce più le donne (+1,0%), i lavoratori extracomunitari (+4,8%), e i lavoratori tra 60 e ben 74 anni (+5,2%), vuol dire che l’economia si fa forte sulla pelle dei più deboli”.
Analizzando i dati, si nota una diminuzione dei casi di infortunio mortale nel lavoro diretto, passando da 745 a 731, mentre aumentano quelli nel tragitto casa-lavoro, da 223 a 269. L’incidenza dei decessi sul totale degli occupati secondo Istat segna un incremento del 2%. Aumentano soprattutto i morti nei settori dell’industria e dei servizi, passando da 823 a 852. Tra i settori più colpiti ci sono le costruzioni con 147 casi (rispetto ai 139 nel 2023), e il trasporto e magazzinaggio con 99 casi (97 nel 2023).
In corrispondenza delle regioni, si rileva un aumento delle denunce nel Nord-Ovest (da 254 a 268), al Centro (da 176 a 193) e nelle Isole (da 84 a 104), mentre si registrano cali nel Sud (da 235 a 227) e nel Nord-Est (da 219 a 208).
Undici incidenti plurimi sono stati registrati fino a novembre 2024, evidenziando un aumento delle denunce sia per i lavoratori maschi che per le donne. L’analisi ha mostrato incrementi tra le diverse fasce di età, in particolare tra gli over 59, da 238 a 259 casi. Nei primi undici mesi dell’anno, sono stati segnalati 543.039 infortuni di qualsiasi gravità, con un incremento dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.
La segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, ha definito i dati “spaventosi” e ha chiesto l’istituzione di un tavolo permanente per affrontare il problema, affermando: “Non vogliamo contare ancora altri morti: il governo esca dall’immobilismo e metta in campo azioni concrete affinché queste tragedie non si verifichino più”.
Analogamente, Valentina Barzotti del M5S ha evidenziato che i dati dimostrano una mancanza di strategie adeguate, con particolari preoccupazioni per le morti in itinere, chiedendo un piano nazionale straordinario di prevenzione degli infortuni.
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