I magistrati che compongono il Consiglio giudiziario, la procura generale e la Corte d’Appello di Napoli hanno hanno inscenato la loro protesta durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Prima hanno sfilato con in mano un volantino con su scritto “Costituzione della Repubblica italiana”. E poi i magistrati in servizio iscritti all’Anm e anche alcuni in pensione a Napoli hanno alzato la copia della Costituzione all’inizio della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario, cui partecipa il ministro della Giustizia Carlo Nordio, mentre risuonava l’inno. Tutti sono in toga e con la coccarda tricolore.
Su cartelli, un afrase di Pietro Calamandrei, “in questa Costituzione c’e’ dentro tutta la nostra storia, questa non e’ una carta morta e’ un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque e’ morto un italiano per riscattare la liberta’ e la dignita’, li’ e’ nata la nostra Costituzione”.
E’ la protesta silenziosa contro le riforme della giustizia, e in modo particolare contro la riforma della separazione delle carriere, decisa dai vertici nazionali dell’Anm.
“Con questa protesta simbolica cerchiamo di far comprendere che c’e’ stato un percorso completamente blindato, privo di ascolto, su una riforma che mina al cuore della giurisdizione e a quei principi costituzionali che ne sono il fondamento”, ha spiegato la presidente dell’Anm di Napoli, Cristina Curatoli, poco prima della cerimonia.
“Non c’e’ un profilo della riforma piu’ critico rispetto a un altro – aggiunge – tutti gli elementi che questa riforma pone in essere, nei contenuti e nelle finalita’, sono lesivi dell’indipendenza della magistratura”.
“Toccare l’ordine giudiziario significa toccare uno dei tre poteri dello Stato, modificare l’assetto costituzionale della giurisdizione è un danno per i cittadini nell’interesse dei quali noi cerchiamo di ottenere attenzione”.
“La riforma viene veicolata con slogan – ha aggiunto – ci si limita a parlare della separazione delle carriere e si distoglie lo sguardo dal fatto che la separazione delle carriere non risolverà nessuno dei problemi che sperimentiamo quotidianamente in aula. Si dimentica inoltre di parlare di cosa accadrà al Csm che viene sdoppiato, ci si dimentica di dire che la politica assumerà il potere di decidere i nostri procedimenti disciplinari con una rottura frontale della separazione dei poteri e non è quello che i costituenti ci hanno consegnato”.
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