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Castellammare, Lorenzo Marone al Circolo Internazionale con “La vita a volte capita”

Romanzo introspettivo ed emozionante, con Cesare Annunziata protagonista.
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Tappa stabiese per lo scrittore Lorenzo Marone: l’autore ha riconfermato il legame con Castellammare, presentando all’affezionato pubblico cittadino il suo nuovo lavoro letterario, “La vita a volte capita” edito da Feltrinelli.

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L’incontro, organizzato dalla Professoressa Carmen Matarazzo, Presidente dell’Associazione “Achille Basile – Le Ali della Lettura”, si è svolto presso l’accogliente sede del Circolo Internazionale, vero e proprio punto di riferimento culturale in città.

Al tavolo dei relatori, oltre allo scrittore ed alla Presidente Matarazzo, che con vero entusiasmo ha introdotto l’incontro ed espresso i saluti all’ospite e al pubblico, l’Editor e docente di scrittura creativa Gianluca Calvino e la giornalista Emanuela Francini, che hanno interagito affabilmente con l’autore sui punti chiave del testo, catturando in pieno l’attenzione del pubblico.

Protagonista de “La vita a volte capita”, Cesare Annunziata, vecchia conoscenza dei lettori, che ne hanno seguito le vicende in “La tentazione di essere felice” pubblicato nel 2015. Romanzo celebre anche per essere approdato al grande schermo con il film “La tenerezza”.
Realismo e complessità dei rapporti umani, temi cari a Lorenzo Marone, con Cesare Annunziata trovano la loro espressione massima.

A distanza di circa 10 anni, l’autore ha perciò ritenuto stimolante soffermarsi sull’evoluzione di questo emblematico personaggio. Percorrere un viaggio molto intimo, ma speculare, tra le sue esperienze di vita. All’alba degli 83 anni, ha spiegato il Marone, lo spigoloso e burbero protagonista della storia riconosce il salvifico senso della bellezza, a cui riserva gratitudine.

La superficialità che traspare da “La tentazione di essere felice” è solo apparente, ha aggiunto. Cesare in realtà è sempre stata una persona profonda, ma in fuga dal dolore e dalle scelte che evitava per la paura d’imporsi ed innescare contrasti.

“Cesare ha fatto tanti sbagli ma è una persona che a 83 anni cerca di mettere a disposizione degli altri il proprio vissuto, non è un anziano che cerca di passare la giornata, ma è un anziano che portando a spasso il suo cane è ancora curioso ed appassionato, che cerca ancora un senso alla bellezza nelle relazioni umane e soprattutto di portare la testimonianza del suo fallimento o delle sue non scelte ai giovani.”

L’autore ha inoltre illustrato come il protagonista del romanzo sia stato capace di sgretolare le gabbie in cui ciascuno tende a trincerarsi nella prima parte della sua esistenza. L’essere umano in quella fase è infatti disarmato di fronte alla vita, privo di una struttura identitaria e predisposto alla rinuncia. Vive irrimediabilmente sotto “uno strato di polvere” o non vive del tutto. Cesare ha invece avuto il coraggio di guardare a fondo dentro sé stesso.

È pervenuto ad un processo di rinascita che gli consente di affrontare il quotidiano in una versione più autentica e vicina alla sua vera natura.“Cesare ci insegna che questo processo è fattibile, che si può compiere fino all’ultimo istante di vita. Fino all’ultimo si può decidere di scendere in profondità”.

I contenuti illustrati dallo scrittore, la lettura di alcuni estratti del libro – che ha evidenziato ancora una volta uno stile elegante e coinvolgente – hanno permesso di soffermarsi poi sui temi della genitorialità e della “poesia del minuscolo”, abilmente introdotti dai relatori. Mediante il primo – che tratteggia le fragilità umane – Cesare Annunziata affronta con discernimento e profonda introspezione i propri rimorsi, che rendono riconoscibile la profonda umanità sottesa al suo carattere apparentemente burbero.

Con il “minuscolo”, invece, l’anziano personaggio riscopre la meraviglia e l’importanza delle piccole cose, che nascondono grandi significati ed immensa bellezza. Un’ attenzione ai dettagli che produce ristoro ed armonia anche nella complessità di una vita frenetica e talvolta frustrante.

“La vita a volte capita” è dunque un perfetto e significativo connubio d’introspezione e potente ironia su temi di notevole valore. Lorenzo Marone lo evidenzia con indubbia sensibilità, la stessa che lo contraddistingue da anni.

È inoltre un romanzo che, incentrato sulla figura di un anziano signore ed il suo viaggio di redenzione, attrae per l’originalità della scelta del protagonista, così poco diffusa nel panorama narrativo contemporaneo. Il lettore potrà dunque riflettere e confrontarsi con gli argomenti trattati e, perché no, trovare risposte. Quelle ispirate dalla saggezza. Quelle capaci di donare conforto all’animo umano.


Articolo pubblicato il giorno 17 Gennaio 2025 - 11:10


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