Era diventato un vero e proprio imprenditore nonostante stia scontando l’ergastolo in carcere Oscar Pecorelli ‘o malomm ex killer del clan Lo Russo di Miano.
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L’inchiesta della Guardia di Finanza di Napoli e coordinata dalla DDa di Napoli (sostituto Maria Sepe, aggiunto Sergio Amato) ha portato alla scoperta di un vero e proprio impero finanziario gestito dai suoi familiari e da tre prestanomi.
E in questo contesto vanno le lette le indagini su tutte una serie di attività economiche su cui il boss aveva riciclato i soldi tra cui una serie di lussuosi Bed&Breakfast (uno proprio vicino all’aeroporto di Capodichino) gestito dal cucino omonimo del boss arrestato ieri in Svizzera.
Oscar Pecorelli, 47 anni detto o’ pastor si era rifugiato a Sion dal giugno scorso da quando era riuscito a sfuggire al blitz che aveva portato in carcere altri 16 reduci della cosca dei Lo Russo di Miano.
Ma la famiglia di o’ malomm gestiva anche imprese che fanno commercio di calzature, cuoio e pellame e l’attivita’ di lavanderia e di trasporto su gomma, sia per eludere l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali sia per finalita’ speculative e per frodare il Fisco attraverso l’utilizzo di false fatture, quantificate in circa 10 milioni di euro.
Su queste basi, nel giugno scorso, erano gia’ stati sottoposti a sequestro 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, un ciclomotore, 20 orologi di lusso, 90 rapporti finanziari e circa 400mila euro in contanti per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro.
Ieri mattina all’esecuzione dell’ordinanza di custodia con cui il gip Rosamaria De Lellis ha disposto la custodia in carcere per Oscar Pecorelli “’o malommo” e la moglie Mariangela
Carrozza, mentre Rosario Pecorelli, il figlio 19enne ha ottenuto gli arresti domiciliari. Altre persone invece sono indagate a piede libero
Il boss utilizzando cellulari clandestini, comunicazioni whatsapp e e-mail e avvalendosi di moglie e figlio, avrebbe continuato a dirigere attivita’ di riciclaggio e di usura, impartendo direttive ai propri familiari e sodali per riscuotere i proventi di attivita’ estorsive.
Grazie a una grossa disponibilita’ di contanti, per chi indaga, la famiglia dell’indagato avrebbe concesso prestiti a tassi usurari in modo abituale e organizzato, pretendendone la restituzione con minacce e intimidazioni e investendo le somme accumulate in orologi di lusso dal valore “enormemente sproporzionato” rispetto ai redditi dichiarati, reperendoli finanche all’estero (Dubai), con pagamenti in criptovaluta.
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