Questa mattina, il Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna ha eseguito due provvedimenti cautelari, emessi dal Tribunale di Napoli Nord su richiesta della locale Procura, nell’ambito di un’indagine su presunte irregolarità negli appalti per la raccolta dei rifiuti.
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Le misure riguardano un ex assessore all’Ambiente del Comune di Giugliano in Campania, attualmente consigliere comunale a Napoli e consigliere della Città Metropolitana, destinatario del divieto di dimora nel Comune di Napoli, e un dipendente comunale di Marano di Napoli, allora sorvegliante, sospeso dai pubblici uffici.
Le accuse mosse agli indagati includono turbativa d’asta e corruzione nell’ambito di gare per l’affidamento del servizio integrato di raccolta dei rifiuti. Le indagini, avviate nel 2018 e durate circa tre anni, hanno portato alla luce un presunto “sistema” di corruzione e manipolazione degli appalti, orchestrato da amministratori e dipendenti pubblici in collaborazione con imprenditori e faccendieri.
Oltre ai provvedimenti cautelari, sono stati eseguiti sette sequestri preventivi per un totale di circa 200mila euro, corrispondenti a somme percepite indebitamente a titolo corruttivo.
Le indagini si sono inizialmente concentrate sul Comune di Marano di Napoli, dove è stato individuato un sodalizio criminale coinvolto in numerosi reati contro la Pubblica Amministrazione, tra cui corruzione, turbativa d’asta, truffa e falso in atti pubblici. Successivamente, l’inchiesta si è estesa al Comune di Giugliano in Campania, svelando un presunto sistema di corruzione legato all’aggiudicazione di una gara d’appalto da 122 milioni di euro per il servizio integrato di raccolta dei rifiuti solidi urbani per il settennio 2020-2027.
Tra i destinatari dei provvedimenti figurano l’ex Provveditore alle Opere Pubbliche di Napoli e l’ex sindaco di Giugliano, entrambi sottoposti a sequestri preventivi di 45mila euro ciascuno. Durante le indagini sono già stati sequestrati beni e somme, tra cui 60mila euro e un orologio di valore, come parte di tangenti destinate a favorire aziende nell’aggiudicazione degli appalti.
L’attività investigativa prosegue, coinvolgendo ulteriori soggetti legati alle amministrazioni locali e alle società operanti nel settore dei rifiuti, per i quali non sono state ravvisate esigenze cautelari.
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