Il processo, che si aprirà il 20 marzo in Tribunale a Milano, per la ministra Daniela Santanchè e altri 16 imputati, tra cui il compagno Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero, è il primo relativo al “pacchetto” di indagini aperte in Procura sulle sue società.
E’ scaturito dall’inchiesta avviata nel 2022 a seguito di un esposto presentato da un gruppo di piccoli azionisti per gravi irregolarità nella gestione del gruppo Visibilia, fondato dalla senatrice, che ha avuto cariche tra il 2014 e la fine del 2021.
La ministra, indagata nell’ottobre di tre anni fa, è accusata di false comunicazioni sociali come ex amministratrice e presidente, nonché “soggetto economico di riferimento” del gruppo editoriale, che pubblicava, tra gli altri, Novella 2000.
E risponde dei capi di imputazione relativi sia a Visibilia Editore che a Visibilia srl in liquidazione, anche se oggi la gup Anna Magelli ha dichiarato prescritte le accuse sui bilanci, che partivano dal 2016, per alcune annualità. Una prima contestazione di bancarotta, invece, era già caduta con richiesta di archiviazione.
Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi e dall’ex aggiunta Laura Pedio (ora procuratrice a Lodi), hanno evidenziato presunti bilanci truccati per sette anni, tra 2016 e 2022, per nascondere “perdite” milionarie, per permettere al gruppo di rimanere in piedi, ingannando gli investitori, e continuare a trarre “profitto” da aziende ancora attive.
Una delle contestazioni “chiave” è quella che riguarda l’iscrizione “nell’attivo dello stato patrimoniale”, nei bilanci di Visibilia Editore, dell’avviamento, ossia il valore intrinseco della società, per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, “senza procedere” alla “integrale svalutazione” già nel dicembre 2016.
“Tutti sapevano e tutti hanno taciuto” delle irregolarità sui conti e della crisi di Visibilia, compresa l’imprenditrice e senatrice, secondo i pubblici ministeri. Santanchè ha sempre ribadito la propria innocenza, perché, per il legale Nicolò Pelanda, non c’è mai stata “alcuna operazione di maquillage”, non è mai stato “nascosto alcunché” e i soci erano sempre “informati sulle perdite”.
Nel frattempo, il primo marzo dello scorso anno Visibilia Editore ed Editrice sono finite in amministrazione giudiziaria (prorogata fino al 31 gennaio), dopo la causa civile intentata dai piccoli azionisti, guidati da Giuseppe Zeno e difesi dal legale Antonio Piantadosi. E Santanchè di recente ha dismesso anche tutte le quote che aveva in Visibilia Editore.
L’altro capitolo su cui la senatrice di FdI rischia il processo è la presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla cassa integrazione in Visibilia nel periodo del Covid. Il 29 gennaio la Cassazione dovrà decidere sulla competenza tra Milano o Roma.
In più, la ministra è indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl, società della galassia del bio-food un tempo da lei guidata. Liquidazione giudiziale che, a dicembre, è scattata anche per Bioera, altra società del gruppo, preannunciando pure in questo caso profili di bancarotta.
Altri due casi, infine, sfiorano la parlamentare: quello relativo alla compravendita della villa di Forte dei Marmi di Francesco Alberoni, acquistata da Kunz e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, e il caso Negma, un fondo con base negli Emirati e alle British Virgin Islands.
Articolo pubblicato il giorno 17 Gennaio 2025 - 15:45