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False procure per falsi ricorsi contro TIM e Wind: chiesto il processo per cinque avvocati

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Benevento – Slitta al 2 ottobre l’udienza preliminare davanti al giudice per l’udienza preliminare (Gup) Maria Di Carlo, originariamente programmata per oggi, a causa dell’impedimento di uno dei difensori.

L’udienza riguarda undici persone per le quali il pubblico ministero Giulio Barbato ha richiesto il rinvio a giudizio nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza. L’inchiesta verte su presunti falsi ricorsi per decreti ingiuntivi nei confronti di TIM e Wind.

Tra gli imputati figurano cinque avvocati: G.B. di Montesarchio, G.N. di Napoli, M.M. di Cervinara, F.P. di San Martino Valle Caudina e M.D.S. di Airola. Insieme a loro, sono coinvolti il titolare di un negozio di telefonia, F.P. di Santa Maria a Vico, e altre cinque persone: D.F. di Airola, C.R. di Bucciano, F.D.B. di Montesarchio, R.C. e C.P. di San Martino Valle Caudina. Gli imputati sono difesi da un nutrito pool di avvocati, tra cui Alessio Ruoppo, Pasquale Matera, Ettore Marcarelli, Fulvio Dello Iacovo, Vittorio Fucci, Luca Cavuoto, Claudio Barbato, Gennaro Maione, Domenico Forgione e Davide Pascarella.

Le accuse
Le contestazioni a vario titolo riguardano reati di associazione per delinquere e falso, relativi a ricorsi presentati davanti ai giudici di pace di Airola, Montesarchio, Cerignola, Mirabella Eclano, Montoro, Canosa, Cervinara e Pescopagano. Secondo l’accusa, sarebbero stati utilizzati mandati apparentemente firmati da numerosi consumatori per avviare procedimenti di ingiunzione contro TIM e Wind.

Queste procure speciali, che secondo il PM sarebbero false, avrebbero indotto in errore i giudici sulla legittimità degli avvocati coinvolti e sulla validità delle richieste avanzate dagli utenti. Tali richieste vertevano sulla consegna di documentazione contrattuale relativa alle utenze telefoniche, con conseguente emissione di decreti ingiuntivi che avrebbero condannato le società telefoniche al pagamento di risarcimenti.

Contraffazioni e risarcimenti
Secondo l’inchiesta, i decreti ingiuntivi emessi si basavano su dichiarazioni false circa il diritto dei consumatori a ottenere la documentazione richiesta. L’addebito di falso riguarda inoltre la presunta autenticità delle sottoscrizioni presenti nelle procure speciali, che risulterebbero contraffatte.

A rappresentare le due compagnie telefoniche ci sono gli avvocati Grazia Volo e Ivan Filippelli. L’esito dell’udienza preliminare sarà cruciale per stabilire se le accuse troveranno conferma in un processo.


Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2025 - 20:42


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