È partito dal Blue Note di Milano il tour di concerti di “Musica del mondo”, il nuovo disco di Eugenio Bennato, e, dopo le tappe di Genova e Pistoia, arriva al Teatro Trianon Viviani di Napoli, venerdì 24 gennaio, alle 21.00.
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Il tour proseguirà il 28 marzo all’Auditorium Parco della Musica a Roma e saranno annunciate nuove date.
In palcoscenico con Eugenio Bennato ci saranno Ezio Lambiase (chitarra classica e elettrica), Sonia Totaro (voce e ballo), Stefano Simonetta (basso), Francesca del Duca (voce e percussioni), Mohammed Ezzaime El Alaouoi (viola e voce) e Le Voci del Sud Laura Cuomo, Francesco Luongo, Angelo Plaitano, Daniela Dentato, Letizia D’Angelo e Edoardo Cartolano.
“Tutte le cose che ho scritto nel mio cammino le collego al senso del viaggio – racconta Eugenio Bennato –. Che sia un breve tragitto in motorino sul lungomare di Napoli o un viaggio in treno tra il nord e il sud dell’Italia o un volo per tappe europee o intercontinentali, le melodie e i versi che penso (sperando che abbiano ragione di esistere) sono sempre collegate all’energia e al ritmo della marcia, alla nostalgia delle cose lasciate alle spalle, al mistero dell’incontro e della scoperta. “Musica del mondo”, che è l’ultima raccolta di mie composizioni, non sfugge a questa logica”.
In scaletta, per il concerto al Teatro Trianon Viviani, i dodici brani che compongono l’album e che custodiscono l’essenza della musica popolare, dalla scelta dei temi, come il valore della diversità, la memoria collettiva e personale, l’eredità culturale, la giustizia sociale e la lotta per i diritti, a quella dei suoni, folk, etnici e word, sempre aperti a nuove contaminazioni. Ecco i titoli: “Musica del mondo”, “Mongiana”, “Grande minoranza”, “Tammorra song”, “W chi non conta niente”, “Welcome to Napoli”, “Torre Melissa”, “Noi persi nel sentimento”, “Limoni a Varsavia”, “Luna”, “Notte del giorno dopo”. Chiude l’album la riedizione di “Canzone per Beirut”, che Eugenio Bennato scrisse nel 2007, dopo un concerto nella capitale libanese. “Il brano riporta una frase che lessi su un manifesto affisso sui muri della città: “Can stop stars from shining, or Beirut from rising” – racconta Bennato –. Eugenia, la mia figlia più piccola, scossa dalla tragica storia del presente, mi ha chiesto di cantarla con la sua vocina esile e commossa”.
“Musica del mondo” (etichetta Sponda Sud – distribuzione Imusician), che arriva dopo sette anni dall’ultimo disco solista “Da che Sud è Sud” e dopo quattro anni da “Qualcuno sulla terra” con Le Voci del Sud, è un viaggio verso l’altro, un movimento che è già in sé luogo d’incontro: un inno alla vita, alla fratellanza e alla bellezza. Un disco che parte da Napoli, città dalle molteplici anime, sempre aperta ad accogliere l’altro, per raggiungere il resto del mondo e le sue voci e integrarle in un unico canto. Un cammino palpabile nei luoghi evocati nei testi, nelle diverse lingue che intervengono nelle canzoni e nel ritmo incalzante degli arrangiamenti, sostenuti da tamorra, batterie, chitarra battente e tamburi, che rappresenta perfettamente quello dei passi e quello del cuore.
L’album dipinge un “sud” che trascende la geografia italiana, parlando di radici e catene, di vite dimenticate e di diritti negati, ma anche di valori profondi, di senso d’appartenenza, di resistenza e coraggio, e di radici. Così come nella title track “Musica del mondo”, che ha anticipato l’album svelando il senso profondo del progetto, il disco intero celebra la musica come strumento di trasformazione globale, in grado custodire storie, unire i popoli e opporsi alle ideologie e all’arroganza di chi perpetua i conflitti.
Il disco unisce passato, presente e futuro, tracciando un percorso tra storie radicate nella memoria e voci che ancora risuonano di attualità, con brani come “Mongiana”, dedicato a un paese calabrese di appena 655 abitanti la cui storia come uno dei più grandi poli siderurgici d’Italia è racchiusa in un piccolo museo oggi dimenticato; “Torre Melissa”, che rievoca il drammatico episodio del battello di migranti arenatosi sulla spiaggia calabrese nel 2019 ma anche l’intervento degli abitanti che, svegliati dalle richieste d’aiuto, salvarono tutti i naufraghi; “Luna”, dedicata alla nipotina e interpretata insieme a Pietra Montecorvino, che esprime l’amore incommensurabile per una nuova vita. Ma c’è anche la struggente “Limoni a Varsavia”, nata come colonna sonora del film “The Lemon Tree – L’albero di limoni” di Bruno Colella e dedicata a un cuoco siciliano, folle e geniale, che incarna quella passione capace di compiere piccoli miracoli.
Grande Maestro della musica popolare italiana, Eugenio Bennato ha dato nuova linfa alle grandi tradizioni musicali del Sud Italia con il movimento Taranta Power, portandole nei mercati internazionali. Giunto a quasi cinquant’anni di carriera, continua a essere un punto di riferimento per la modernità dei suoni e l’attualità dei testi, che affrontano temi cruciali della contemporaneità come le migrazioni, il rispetto delle diversità, la solidarietà, i pericoli della globalizzazione e del capitalismo estremo. Dalle sponde meridionali del Mediterraneo, dal pensiero meridiano, dall’incontro con storie e culture diverse, Eugenio Bennato ha tracciato e traccia la sua personale storia di ritmi e parole, fedele a sé stesso e alle sue idee, in un viaggio musicale che non conosce fine.
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