Napoli. E’ caccia al killer solitario che ieri sera ha ucciso Enrico Capozzi al parco Merola di Ponticelli. Gli investigatori sono sulla buona strada. Lo si intuisce dalle parole del Prefetto di Napoli, Mcihele Di Bari: “Il fatto eclatante in sé, ovviamente, impone una riflessione. Quello che posso dire è una realtà che si è verificata nel 2024: le forze di polizia e la magistratura, nella maggior parte dei casi, hanno quasi immediatamente individuato i responsabili”.
Parole pronunciate, a margine di una conferenza stampa, in cui si è fatto il punto su quanto avvenuto nel 2024.”Da parte delle forze di polizia – ha spiegato il Prefetto- vi è una grande attenzione perché la prevenzione, soprattutto in quei territori, oggi è di gran lunga migliorata rispetto al passato”.
Il prefetto di Napoli: “Un fatto eclatante, impone una riflessione”
La squadra mobile di Napoli che conduce le indagini sembra già avere un quadro chiaro dal punto di vista investigativo. Enrico Capozzi alcuni mesi fa aveva denunciato per estorsione il ras dei De Micco, Antonio Nocerino detto brodino. Non aveva contatti con la criminalità organizzata di Ponticelli e stava gestendo una pompa di benzina.
Anche se usciva poco di casa, dopo la morte della moglie, avendo anche tre figli da accudire, chi lo ha ucciso conosceva i suoi movimenti e lo ha atteso nei pressi di casa per entrare in azione. Quattro o cinque colpi esplosi a bruciapelo e al bersaglio grosso.
Quando Enrico Capozzi è arrivato al vicino ospedale Mare i medici hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte ma il suo cuore si è fermato in breve tempo. la polizia da ieri sera sta setacciando la zona alla ricerca di immagini utili dalle poche telecamere presenti ma anche di indizi utili alle indagini.
Si sta spulciando nelle chat e nella messaggistica del suo telefono per capire se qualcuno lo abbi minacciato e sono stati sentite a sommarie informazioni alcuni familiari. L’omicidio sembra chiaro sia una vendetta per la sua denuncia ma non si tralasciano altre piste come un segnale al clan Sarno, che negli ultimi tempi erano tornati in auge nella zona di Ponticelli approfittando dei blitz dei mesi scorsi che hanno colpito tutti i clan di camorra presenti.
Un fatto che riporta tragicamente l’attenzione sulla pervasività della criminalità organizzata in questo quartiere di Napoli. Questo ennesimo episodio di violenza sottolinea la necessità di un impegno collettivo per contrastare la criminalità organizzata che continua a insanguinare i nostri quartieri”.
La preoccupazione di Libera: “Ponticelli non può essere ostaggio della camorra”
E nella nota poi si legge: “Ponticelli è da tempo teatro di conflitti tra clan per il controllo del territorio, che si traducono in sparatorie, omicidi e atti intimidatori, imponendo un clima di paura sulla comunità locale. Questa comunità non può essere ostaggio della violenza camorristica.
Articolo pubblicato il giorno 10 Gennaio 2025 - 16:22