Napoli – Un’organizzazione criminale che importava cocaina dall’Ecuador nascondendola tra carichi di banane ha subito un duro colpo riportando 10 condanne per boss e gregari.
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La Corte d’Appello di Napoli ha condannato in via definitiva 10 persone coinvolte in questo traffico internazionale di droga, gestito dal boss su una sedia a rotelle Bernardo Tamarisco, capo del clan Nardiello di Torre Annunziata.
I giudici della terza sezione della Corte di Appello di Napoli, presieduta da Mario Roberto Gaudio, concedendo uno sconto di pena rispetto al primo grado hanno inflitto a Giancarlo Autiero 18 anni e 8 mesi di reclusione; a Igor Aleksic e Enrico Russo 14 anni di reclusione; ad Antonio Romano 13 anni e 3 mesi di reclusione; a Giovanni Cortese, Alfonso De Maria 10 anni di reclusione; ad Alessandro La Mesa 6 anni e 6 mesi di reclusione; ad Alfonso Fiorente, di Aversa, 6 anni di reclusione; a Sergio Romano 5 anni e 6 mesi di reclusione; a Anna Iavarone 4 anni di reclusione.
Le indagini, condotte dai finanzieri del Gico di Napoli, hanno svelato una rete ben strutturata che coinvolgeva diversi clan campani e internazionali. La droga veniva spedita dai porti sudamericani, in particolare da Guayaquil, e sbarcava a Salerno, dove complici addetti alla movimentazione delle merci estraevano la cocaina dai container.
Il capo dell’organizzazione, Bernardo Tamarisco, nonostante le limitazioni fisiche, coordinava le operazioni dal suo covo. Intercettazioni ambientali hanno permesso di ascoltare le sue conversazioni con i complici, svelando i dettagli delle trattative e i nomi dei fornitori sudamericani.
La Corte d’Appello ha riformato in parte il verdetto di primo grado, concedendo degli sconti di pena agli imputati. Tuttavia, le condanne restano pesanti, con pene che vanno dai 4 ai 18 anni e 8 mesi di reclusione. Il capo dell’organizzazione, Bernardo Tamarisco, è stato condannato all’ergastolo.
L’inchiesta ha svelato un business milionario, che alimentava il mercato della droga in Campania e non solo. L’organizzazione criminale aveva rapporti con altri clan campani e calabresi, dimostrando una capacità di penetrazione in diversi territori.
Le banane sono diventate il mezzo per trasportare la droga in Italia, sfruttando la complessità delle catene di approvvigionamento alimentare. Questa modalità di trasporto, già utilizzata in passato, dimostra come i narcotrafficanti siano sempre alla ricerca di nuove e ingegnose soluzioni per eludere i controlli.
Le condanne inflitte dalla Corte d’Appello rappresentano un duro colpo per il narcotraffico internazionale. L’operazione condotta dalle forze dell’ordine ha permesso di smantellare una pericolosa organizzazione criminale e di sequestrare ingenti quantitativi di cocaina.
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è davvero impressionante come questa organizzazzione sia riuscita a gestire il traffico di droga cosi complicato. La cosa delle banane è un'idea molto strana e originale, ma fa riflettere sulla creatività dei criminali. Speriamo che le forze dell'ordine continuino a combattere contro queste reti.
L'articolo spiega come la corte a Napoli ha condannato diversi persone per traffico di droga, però ci sono molte cose da considerare come le modalità di trasporto e il coinvolgimento dei clan. Sarebbe interessante sapere di più sui dettagli delle indagini.