Dopo mesi di silenzio, il ministero dell’Interno ha finalmente affrontato la questione degli autovelox in un’ottica di chiarezza, sebbene la situazione resti complessa.
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Attraverso una circolare inviata alle prefetture e pubblicata dall’Anci, l’organo di governo ha fatto luce sulla controversa interpretazione dei termini Anci “omologazione” e “approvazione” dei dispositivi fissi di controllo della velocità.
Questa situazione è stata innescata da due pronunce della Corte di Cassazione, che hanno chiarito come omologazione e approvazione siano procedure distinte e entrambe necessarie. Tuttavia, in Italia, non esistono criteri definitivi per l’omologazione degli autovelox; ad esempio, quelli utilizzati dalla Polizia stradale sono semplicemente approvati e non omologati.
Nonostante le decisioni della Cassazione, il governo e il Parlamento non hanno ancora provveduto a una risoluzione del problema. Né il decreto di Matteo Salvini che ha regolamentato gli autovelox, né la riforma del Codice della strada hanno dato risposte chiare.
La recente circolare dal ministero dell’Interno, sebbene fornisca un parere dell’Avvocatura Generale dello Stato, mette in evidenza la sostanziale omogeneità tra gli iter tecnico-amministrativi di omologazione e approvazione, offrendo ai Comuni indicazioni su come opporsi ai ricorsi. Tuttavia, secondo l’associazione “Altvelox”, che combatte attivamente contro l’uso degli autovelox, questa comunicazione non ha valore legale.
L’impatto della circolare ha determinato reazioni miste tra i sindaci: alcuni comuni continueranno a tenere attivi gli autovelox, mentre altri li hanno spenti o riattivati senza una direzione chiara. Questo strumento, utile per prevenire incidenti, rappresenta anche una fonte di entrate per i municipi.
Nel frattempo, diverse procure italiane hanno avviato inchieste sul tema. La procura di Padova ha avviato un fascicolo per falso ideologico relativo a Comuni che hanno installato autovelox “approvati” ma non “omologati”. In aggiunta, la procura di Cosenza ha effettuato sequestri di autovelox in varie città del paese.
I sindaci manifestano preoccupazioni riguardo alla mancanza di chiarezza normativa. Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, critica la circolare del ministero, giudicandola tardiva e non risolutiva. Renzo Martelloni, sindaco di Licciana Nardi, sostiene che il suo comune rispetti le normative vigenti.
Nonostante le ipotesi di provvedimenti da parte delle autorità, molti sindaci si rivolgono all’Anci per sollecitare un intervento normativo tempestivo che risolva la controversia. Carlo Rapicavoli, direttore di Anci Veneto, afferma che è auspicabile una modifica legislativa per chiarire definitivamente la questione.
Sul fronte opposto, Altvelox denuncia la circolare come “acqua fresca”, sostenendo che funge solo da paravento per proteggere i proventi illeciti dalle multe. Il presidente dell’associazione, Gianantonio Sottile, evidenzia come già numerosi comuni siano stati denunciati per non aver rispettato le normative in materia di autovelox e preannuncia ulteriori azioni legali. La questione dell’omologazione degli autovelox, quindi, resta aperta e destinata a provocare un acceso dibattito pubblico e giuridico.
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