Barcellona – Mentre gli uomini della Dda di Napoli prepasrano i documenti per l’estradizione i carabinieri continuano le indagini per risalire ai complici di Antonio Pompilio ‘o cafone, attuale reggente, da latitante, del clan Amato Pagano.
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Il 47enne è stato arrestato due giorni fa a Barcellona in Spagna dove si era rifugiato da novembre scorso dopo essere sfuggiito all’ultimo blitz contro la cosca degli Scissionisti: era ricercato per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti.
Le forze dell’ordine sono ora alla ricerca dei complici che hanno aiutato Pompilio a fuggire e a nascondersi a Barcellona.
Un’indagine certosina
Le indagini, basate su intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno dipinto un quadro dettagliato delle attività criminali del clan. Pompilio, secondo le accuse, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’importazione di cocaina e hashish dalla Spagna.
L’operazione, condotta dai carabinieri, ha portato alla luce una vasta rete criminale dedita al narcotraffico, con ramificazioni in Italia e Spagna. Pompilio, insieme a Enrico Bocchetti, avrebbe assunto il controllo del clan dopo l’arresto di Marco Liguori, gestendo le finanze, organizzando le rotte della droga e risolvendo le dispute interne.
il pentito Salvatore Roselli, come riportato oggi da Il Roma, ha raccontato: “Fu uno dei primi ad andare in Spagna e negli anni è stato anche in contatto con Raffaele Imperiale. Poi, in seguito all’arresto di Marco Liguori è diventato reggente del clan”.
Articolo pubblicato il giorno 18 Gennaio 2025 - 18:20