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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 9 Gennaio 2025 - 06:57
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Caldera sommersa individuata nei Campi Flegrei

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Dal golfo di Napoli giungono importanti scoperte riguardanti l’effervescenza vulcanica dei Campi Flegrei e la storia sismica dell’isola d’Ischia. Tra le novità emerse, spicca l’individuazione di una caldera sommersa di dimensioni significative, mai descritta precedentemente.

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Un antico vulcano sottomarino, situato poco a ovest di Ischia, è al centro dell’attenzione. “Potrebbe rivelarsi importante per la comprensione della storia evolutiva e dell’attività vulcanica di questa grande area”, ha dichiarato Riccardo De Ritis, ricercatore e primo autore di un articolo che riassume lo studio condotto da un team di esperti.

Le indagini magnetiche hanno approfondito il sistema vulcanico sottomarino attivo situato al largo della costa occidentale dell’Italia, proprio in corrispondenza dei Campi Flegrei e dell’isola di Ischia, individuando sul fondale marino una serie di strutture geologiche finora sconosciute, tra cui i residui di un’antica caldera e una vasta frana, che secondo i ricercatori potrebbe aver generato un imponente tsunami: evidenze importanti, anche per interpretare la crisi bradisismica in atto.

Del resto, sino a questo momento la porzione sottomarina dei Campi flegrei non era stata analizzata e rappresentata in maniera integrata con i settori marini antistanti.
Sondaggi aerei e navali hanno rilevato anomalie magnetiche significative, certificando così la presenza di un antico vulcano sommerso e di una vasta frana sottomarina che – prosegue De Ritis – “si estende per decine di chilometri e che potrebbe essere il risultato di eventi legati all’instabilità dei versanti vulcanici”.

Non finisce qui: lo studio ha evidenziato lineamenti magnetici che corrispondono sia a faglie regionali già note sia a nuove strutture che potrebbero riflettere i processi tettonici e vulcanici ancora attivi nell’area.

“Ci siamo avvalsi di rilevamenti magnetici ad alta risoluzione tramite sondaggi aerei e navali, e abbiamo poi incrociato i dati delle anomalie magnetiche con quelli batimetrici e sismici”, precisa Massimo Chiappini, che dirige il Dipartimento Ambiente dell’Ingv ed è co-autore dello studio.


Articolo pubblicato il giorno 9 Gennaio 2025 - 06:57




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