Si è chiuso con cinque condanne a sei anni di reclusione, una a due anni e due assoluzioni il processo di primo grado sugli scontri avvenuti l’11 marzo 2017 nei pressi della Mostra d’Oltremare durante un comizio di Matteo Salvini, leader della Lega e oggi ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. All’epoca, Salvini era all’opposizione e la sua presenza in città aveva suscitato forti tensioni.
La sentenza, emessa dalla terza sezione penale del Tribunale di Napoli, ha riguardato nove imputati, difesi dagli avvocati Alfonso Tatarano, Carmine Malinconico, Emilio Coppola, Natalia Fuccia, Davide Fico e Antonella Distefano. I giudici hanno condannato cinque di loro per devastazione e resistenza a pubblico ufficiale, con pene di sei anni. Un altro imputato è stato condannato a due anni per il solo reato di resistenza. Due persone sono state assolte con formula piena, mentre una posizione era stata stralciata in precedenza.
La manifestazione, organizzata sotto il nome “Noi con Salvini”, si svolse nel Palacongressi della Mostra d’Oltremare, nel quartiere Fuorigrotta, in un clima di accese polemiche. La scelta della location fu al centro di uno scontro istituzionale: inizialmente, i vertici della Mostra avevano negato l’autorizzazione per l’evento, ma la Prefettura intervenne con un’ordinanza a poche ore dall’inizio, imponendo lo svolgimento del comizio.
Parallelamente, un corteo di oltre 5.000 manifestanti, composto in gran parte da attivisti dei movimenti e centri sociali, partì da Piazza Sannazaro diretto verso Fuorigrotta. Gli scontri esplosero lungo il percorso, trasformando le vie del quartiere in un campo di battaglia tra manifestanti e forze dell’ordine.
Articolo pubblicato il giorno 4 Dicembre 2024 - 19:26