Una notte da incubo quella vissuta da un imprenditore di Somma Vesuviana, vittima di una rapina in pieno stile Arancia Meccanica. Due banditi incappucciati, vestiti di nero, armati e spietati, si sono introdotti nella sua proprietà, trasformando il giardino della sua abitazione in un set da film dell’orrore.
L’uomo, che vive con i genitori anziani e ha lì anche la sede della sua attività commerciale, si trovava nella sua palestra privata quando i malviventi hanno fatto irruzione. Pistole puntate alla testa, botte feroci con il calcio delle armi, e poi fascette e nastro adesivo pronti per “incaprettarlo”: mani e piedi legati dietro la schiena, come una scena drammaticamente reale ispirata al film cult di Stanley Kubrick.
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La fuga disperata e i colpi di pistola
Nonostante il terrore, l’imprenditore ha trovato il coraggio di reagire. Con uno scatto improvviso, è riuscito a liberarsi, correndo verso l’uscita della palestra e riuscendo a bloccare uno dei rapinatori all’interno. Fuori, però, il complice lo ha nuovamente aggredito con pugni alla testa, tentando di sfondare la porta per liberare il compare.
La situazione è degenerata ulteriormente quando, dall’interno della palestra, sono partiti colpi di pistola contro la porta. Il padre della vittima, allertato dalle urla, si stava avvicinando, ma il secondo malvivente si è dato alla fuga prima del suo arrivo. Alla fine, anche il rapinatore rimasto dentro ha deciso di scappare, ponendo fine al drammatico assalto.
“Spietati, potevano uccidermi”
“Hanno tentato di legarmi e imbavagliarmi – racconta l’imprenditore, ancora sotto shock – e hanno sparato più volte contro la porta dietro la quale mi ero barricato. Racconto questa vicenda per sensibilizzare gli altri: non possiamo continuare a vivere nel terrore”.
L’episodio, documentato anche da un video inviato al deputato Francesco Emilio Borrelli, riaccende i riflettori sull’allarme criminalità. “Non è un film – commenta Borrelli – ma una tragica realtà. La criminalità dilaga, e queste scene sono sempre più frequenti”.
Un incubo che, per fortuna, non si è trasformato in tragedia, ma che lascia una ferita profonda, simbolo di un territorio dove il confine tra cinema e realtà sembra, troppo spesso, assottigliarsi pericolosamente.
“Scene che sembrano da film ma che sono invece, purtroppo, molto reali. Reale è la paura, la preoccupazione, il senso di impotenza, come reale è la spietatezza di questi criminali. Poco reale, poco concreta, convinta e ferma appare, invece, la risposta di contrasto al crimine dilagante per una popolazione esasperata e che oramai vive nel terrore.
Non deve morire qualcun altro prima che si decida ad intervenire seriamente nel napoletano dove la presenza delle forze dell’ordine appare sempre più esigua e dove l’assalto di criminali pericolosi e violenti è sempre più oppressivo e violento. Ho parlato con la vittima che è sconvolta”-ha dichiarato Borrelli assieme a Salvatore Esposito, consigliere comunale di Somma Vesuviana di Europa Verde.
Articolo pubblicato il giorno 16 Dicembre 2024 - 10:46