Un’inaspettata dichiarazione del responsabile medico della Lazio, Ivo Pulcini, ha scatenato un’indagine federale. Durante un’intervista, Pulcini ha rivelato di aver negato l’idoneità sportiva, nel 2019, a un giocatore che oggi milita con successo in Serie A. Una dichiarazione che ha spinto il procuratore federale Giuseppe Chinè ad aprire un fascicolo per chiarire non solo l’identità del calciatore, ma anche per verificare se un altro club abbia ignorato quei problemi fisici che bloccarono la trattativa cinque anni fa.
La vicenda si intreccia con il recente malore di Edoardo Bove, che ha riacceso il dibattito sulla rigida normativa italiana in materia di idoneità sportiva. L’Italia, più severa rispetto ad altri campionati – come dimostra anche il caso di Eriksen – non è però immune da controversie.
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Pulcini sarà ascoltato nei prossimi giorni per ricostruire i dettagli di quei controlli effettuati in tre diverse cliniche, che portarono all’annullamento dell’operazione fortemente voluta dall’allora direttore sportivo della Lazio, Igli Tare. Secondo indiscrezioni, il club biancoceleste puntava sull’allora 18enne difensore serbo Strahinja Pavlović, ma il trasferimento sfumò.
Precedenti illustri: da Schick a Kanu
Non è la prima volta che l’idoneità sportiva blocca operazioni di mercato di grande rilievo. Recentemente, la Roma ha dovuto rinunciare all’acquisto del difensore austriaco Kevin Danso a causa di una cicatrice cardiaca rilevata durante le visite mediche. Il trasferimento dal Lens saltò, ma successivi esami hanno permesso al giocatore di rientrare in campo da metà ottobre.
Un altro caso eclatante è quello di Patrik Schick. Nel 2017, dopo un’ottima stagione con la Sampdoria, il trasferimento alla Juventus fu annullato per un presunto “problema al cuore”, mai confermato ufficialmente. Schick passò poi alla Roma e, successivamente, al Bayer Leverkusen, dove è diventato uno dei protagonisti del calcio tedesco.
Anche il passato della Serie A è ricco di esempi: nel 1996, l’Inter dovette fermare Nwankwo Kanu per una malformazione cardiaca, ma il nigeriano proseguì la carriera in Premier League, giocando fino a 36 anni. Un’esperienza simile la visse Antonio Cassano, operato al cuore nel 2011 e tornato regolarmente in campo.
Il caso Cristiano Ronaldo
Persino Cristiano Ronaldo ha affrontato un intervento al cuore a soli 15 anni, prima di diventare uno dei più grandi calciatori della storia. Questi esempi dimostrano come il confine tra rischio e opportunità sia sottile, ma in Italia la sicurezza degli atleti resta prioritaria. L’inchiesta della FIGC potrebbe ora portare alla luce nuovi dettagli su come vengono gestite le idoneità sportive nei diversi club, con un occhio di riguardo alla tutela della salute dei calciatori.
Articolo pubblicato il giorno 3 Dicembre 2024 - 19:05