Pomigliano.Davanti ai cancelli della fabbrica, la scena è straziante. Un albero di Natale addobbato non con luci e festoni, ma con lettere piene di dolore: ogni foglio reca il nome di un lavoratore, accanto a una sola parola, “licenziato”. Sono i dipendenti di Trasnova, azienda dell’indotto Stellantis, che dal 31 dicembre rischiano di perdere il lavoro, senza alcuna certezza per il futuro.
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La commessa in scadenza sembra un conto alla rovescia verso il baratro, e la tensione si taglia con il coltello. Stamattina, al presidio, un padre ha portato il figlio in braccio: il bambino guardava stranito la folla di lavoratori in protesta, mentre il papà tratteneva a stento le lacrime. È una scena che racconta più di mille parole: la paura di perdere tutto, il peso di dover garantire un futuro a una famiglia in un contesto economico che non lascia scampo.
Non c’è tregua. I lavoratori presidiano giorno e notte, determinati a non permettere l’ingresso o l’uscita della merce. Dall’altra parte, la vigilanza sorveglia lo stabilimento, con un’aria fredda e distaccata, provando in tutti i modi di far entrare all interno materiale .
Le famiglie si uniscono al presidio, consapevoli che la posta in gioco è altissima. Si avvicina Natale, ma per questi lavoratori non ci sarà festa. Ci sarà solo la lotta, e una speranza che, al momento, appare più fragile di qualsiasi decorazione natalizia. La solidarietà di un intero territorio è necessaria ora più che mai, perché la battaglia di questi operai non è solo per il loro lavoro, ma per la dignità di chi lotta per il diritto a un futuro migliore.
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