Per la prima volta, quest’anno non è stata celebrata la messa di mezzanotte nella chiesa del Parco Verde di Caivano. La decisione è stata presa dal parroco, don Maurizio Patriciello, che al quotidiano Avvenire ha spiegato le ragioni: “Ci sarebbe potuto essere qualche incidente. Voglio che nessuno si faccia male, da prete devo tutelare tutti”.
Il clima di tensione nel quartiere, infatti, è palpabile da oltre un mese, da quando sono iniziati gli sgomberi delle case occupate abusivamente dalla camorra. La partecipazione alle funzioni religiose si è drasticamente ridotta: “La frequenza in chiesa si è più che dimezzata”, racconta Patriciello, evidenziando come la situazione abbia colpito soprattutto i più piccoli. “Il dolore più grande sono i bambini: tante famiglie non li portano più né all’oratorio né al catechismo”.
Un Natale segnato dalla tristezza e dalla preoccupazione per il futuro: “Trentasei famiglie sono state sgomberate perché avevano problemi con la legge, parliamo di penale”, ha sottolineato il parroco. In totale, le famiglie coinvolte negli sgomberi sono state circa 250. Don Maurizio Patriciello riflette sul peso che questa vicenda ha avuto sull’intera comunità: “Come pastore di questa parrocchia così provata, vedo che tutta la comunità sta soffrendo”.
La tensione ha raggiunto il culmine il 28 novembre scorso, quando un imponente dispiegamento di oltre mille agenti tra polizia, carabinieri e finanzieri è intervenuto per eseguire gli sfratti. Da allora, l’atmosfera nel Parco Verde è diventata ancora più tesa. Anche la chiesa, solitamente addobbata per il Natale, quest’anno ha adottato un approccio sobrio: “Non abbiamo messo né l’albero decorato né i fiori sull’altare, lasciando solo il presepe. È un segno di comprensione verso chi ha dovuto lasciare la propria casa”, ha spiegato il parroco.
Nel quartiere, un tempo tristemente noto come una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa, la vendita di droga è drasticamente diminuita. Tuttavia, questo cambiamento ha generato malumori nei clan, che vedono minacciati i loro interessi. “Almeno ora non c’è più quel fiato puzzolente sul collo”, ha detto don Patriciello, ricordando che “c’erano quattordici punti di spaccio in un quartiere così piccolo, e la vita di tutti – bambini, ragazzi, famiglie – era condizionata da quella presenza opprimente”.
Un Natale diverso, dunque, per il Parco Verde, segnato da un misto di speranza e dolore, in un territorio che continua a lottare per la sua rinascita.
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