Adesivi in città contro la turistificazione e l'aumento dei fitti: 'Napoli non è un b&b'
A Napoli cresce il malcontento contro la turistificazione selvaggia che sta trasformando la città. Nel mirino delle proteste ci sono le lockbox e i numerosi b&b che proliferano senza controllo.
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L’iniziativa “Napoli non è un b&b“, promossa dall’Udu Napoli, denuncia l’emergenza abitativa che affligge la città. “Trovare casa è diventata un’impresa titanica per studenti, lavoratori e chiunque cerchi un alloggio”, affermano i promotori. La crescita incontrollata del turismo, unita alla mancanza di risposte istituzionali, sta aggravando la situazione ogni mese di più.
L’appello è chiaro: “Restare abitanti deve essere un diritto. Chiediamo una regolamentazione sul numero di case destinate agli affitti brevi, suddivisa per quartiere, e l’introduzione del canone concordato anche per locazioni inferiori ai 30 giorni”.
Il messaggio della campagna punta a fermare la speculazione immobiliare e il predominio del settore privato. Gli attivisti chiedono maggiori investimenti nell’edilizia pubblica e una garanzia concreta del diritto alla casa. La proliferazione incontrollata di lockbox e b&b rischia di stravolgere il tessuto sociale cittadino.
“La turistificazione sta devastando Napoli, sia dal punto di vista culturale che abitativo”, dichiara Raffaele Paudice, segretario della Cgil Napoli e Campania. “I lavoratori e gli studenti vengono espulsi dal centro storico, che si sta trasformando in una Disneyland per turisti”.
Paudice sostiene con forza l’iniziativa dell’Udu, ribadendo la necessità di regolamentare il fenomeno. “Bisogna ridimensionare il numero di b&b e intervenire sulle lockbox, come già fatto in altre città italiane, a partire da Firenze”, afferma.
“La città e l’amministrazione comunale devono dare un segnale concreto”, conclude Paudice. “Siamo pronti a batterci affinché vengano prese misure coraggiose per riportare la situazione alla legalità e tutelare i residenti di Napoli”.
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