In un’inedita sinergia tra giustizia, sostenibilità e reinserimento sociale, 200 toghe, frutto dell’abile lavoro manuale delle detenute della Casa Circondariale di Pozzuoli, hanno trovato casa nei guardaroba dei docenti di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Dietro ogni punto di queste eleganti vesti, c’è una storia di rinascita e di speranza.
Grazie alla Sartoria Sociale Palingen, un progetto che offre alle detenute percorsi di formazione sartoriale, tessuti di fine serie, destinati altrimenti allo smaltimento, sono stati trasformati in preziosi capi d’abbigliamento. Un’iniziativa che non solo promuove l’economia circolare, riducendo l’impatto ambientale, ma offre anche alle donne detenute un’opportunità di riscatto, di apprendere un mestiere e di ritrovare fiducia in se stesse.
Ogni toga è un simbolo di un percorso di crescita personale e di inclusione sociale. Le detenute, attraverso il loro lavoro, hanno dimostrato che anche all’interno delle mura carcerarie è possibile creare bellezza e valore, contribuendo attivamente alla comunità.
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E un'iniziativa molto intersante, mi piache come l'idea di trasformare le toga in qualcosa di positivo. La sartoria sociale è un bel progetto, e spero che altre carceri possano seguire questo esempio per aiutare le donne a reinserirsi nella società.