Napoli, Una tragedia che lascia sgomenti e solleva pesanti interrogativi sul sistema sanitario. Carmine Puccinelli, un ragazzo di soli 15 anni, è morto a causa di un tumore diagnosticato con grave ritardo, come emerso da una consulenza tecnica depositata presso la Procura di Macerata.
Secondo quanto ricostruito, i primi sintomi si erano manifestati già a dicembre 2022, quando Carmine aveva iniziato ad accusare forti dolori al ginocchio. Nonostante le ripetute richieste di aiuto, i medici avrebbero sottovalutato la gravità della situazione, diagnosticando inizialmente una semplice contusione o una cisti.
“Mi dicevano che non c’era nulla di grave, che il tumore era solo un liquido da aspirare”, ha denunciato la madre del ragazzo, Immacolata Riccio, sconvolta dal dolore e dall’indignazione. “Avevo fiducia nei medici, ma ogni giorno vedevo mio figlio peggiorare. Quando finalmente hanno capito che si trattava di un tumore, era troppo tardi”.
Una diagnosi tardiva che, secondo i legali della famiglia, ha privato Carmine di ogni speranza di guarigione. “È stato accertato un grave ritardo diagnostico che ha condizionato in maniera determinante l’esito della malattia”, spiegano gli avvocati Filippo Castaldo, Michele Francesco Sorrentino e Pierlorenzo Catalano dello studio associato Maior. “Un’azione tempestiva avrebbe potuto salvare la vita di Carmine”.
La famiglia Puccinelli ha deciso di rendere pubblica la loro storia per chiedere giustizia e per evitare che altri bambini possano subire la stessa sorte. “Mio figlio è stato un martire sulla terra, ma Dio vedrà la verità”, ha affermato la madre.
La Procura ha aperto un’inchiesta e i sanitari coinvolti rischiano pesanti accuse. La famiglia, intanto, non si arrende e promette di portare avanti la battaglia legale fino a quando tutti i responsabili non saranno chiamati a rispondere delle loro azioni.
Articolo pubblicato il giorno 6 Dicembre 2024 - 16:36