In pochi impersonano il concetto di resilienza come Michele Specchiale. Noto al pubblico dei social ma non solo come il ‘dj bionico’, è un uomo che ha deciso di sfidare la vita a viso aperto, nonostante le difficoltà. Un incidente, un braccio bionico e una passione per la musica che non ha mai smesso di bruciare: la sua storia è un viaggio straordinario che mescola musica, tecnologia e la forza della volontà umana.
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Michele non ha paura di raccontare la sua storia, nemmeno quando ripensa quei momenti dolorosi che hanno segnato la sua giovinezza: “Avevo 18 anni e un incidente mi ha cambiato la vita. Ho perso il braccio. È stato un trauma enorme, per mesi ho vissuto come se non ci fosse più una strada per me”, spiega. “Avevo 6000 vinili, la mia passione per la musica era sconfinata, ma tutto è finito in un attimo. Ho venduto tutto, non faceva più parte della mia vita”.
Ma quella che sembrava una fine, si è rivelata essere solo l’inizio di una nuova fase. “In quel periodo ho commesso tanti errori. Ho venduto tutto, ho rinunciato ai miei sogni. Ma oggi voglio dire a chi mi ascolta di non fare i miei stessi errori, di non rinunciare mai ai tuoi sogni”, afferma con forza. “La vita non è facile, ma con la grinta e la determinazione ci si può riprendere tutto, anche dopo una caduta”.
Così, con un braccio bionico, Michele è tornato a fare quello che più ama: suonare. E soprattutto, per lui è diventato un vanto: “È bello, colorato e non lo nascondo. Lo metto in mostra, in estate mi vesto anche con le maniche corte! Questo è il mio braccio, è parte di me”.
Michele non è solo un uomo di musica, ma anche un marito e padre. La sua storia d’amore con sua moglie è un altro capitolo di speranza e resilienza. “Ho incontrato mia moglie mentre stavo facendo riparazioni su una protesi già esistente. Lei, invece, aveva appena perso le gambe. L’ho aiutata a superare la sua difficoltà, e così è iniziato tutto”, racconta. “L’amore è stato immediato. Lei mi ha visto, non mi ha giudicato, mi ha apprezzato per quello che sono. E oggi siamo una famiglia che non ha paura di mostrarsi. Le nostre bambine ci vedono come una famiglia come tutte le altre. Non c’è niente di strano per loro, ci vedono come i loro genitori, normali”.
Le sue due bambine sono cresciute con la consapevolezza che la disabilità non è un ostacolo. “Per loro, io e mia moglie siamo come tutti gli altri genitori. Le vedo con gli occhi pieni di meraviglia quando ci guardano, per loro è come se fossimo dei robot. Ma è bello, perché non vedono la disabilità come una difficoltà. È normalità”.
Ma non finisce qui. Perché ad aprile, Michele ha vissuto un nuovo drammatico capitolo della sua vita: una caduta dalle scale, che gli ha causato la rottura di sei costole e la perforazione di un polmone: “Per quasi quattro minuti ho avuto i polmoni pieni di sangue, ho rivisto la morte davanti agli occhi,” racconta.
“Ho dovuto rinunciare al suonare in Francia, in occasione delle Paralimpiadi di Parigi. Avrei dovuto suonare per gli atleti del Comitato Paralimpico Italiano, ma non ho potuto farlo. E’ stato come rivedere di nuovo la morte in faccia”. Ma l’episodio, sebbene traumatico, ha rafforzato in lui l’importanza di vivere appieno. “Dopo quell’esperienza ho capito ancora di più quanto sia preziosa la vita. Non riesco a tollerare chi la spreca, chi si autodistrugge con droghe o alcol. Io ho avuto paura, ma quella paura mi ha insegnato ad amare ogni istante.”
Ma la vita del ‘dj bionico’ è anche legata fortemente alla Campania, terra nella quale si è trasferito: “Vengo dalla Sicilia, e all’inizio non sapevo se sarei riuscito ad adattarmi. Ma poi Napoli mi ha accolta come se fosse casa mia”, afferma Michele. “La gente qui è incredibile, calda, accogliente, noi al Sud siamo così. Ho trovato una seconda famiglia e una seconda casa”. Michele non ha mai avuto dubbi sulla sua scelta di vivere a Napoli, dove ha anche preso parte a un reality show e ha avuto l’opportunità di conoscere meglio la città e la sua gente. “E’ la mia terra acquisita e non la lascerò mai”.
Il ‘dj bionico’ ora si prepara anche a ricevere un nuovo braccio bionico, offertogli dal Centro Protesi INAIL di Budrio. Sarà una protesi tecnologicamente avanzata, dotata di un gomito elettrico e completamente impermeabile: “Sembra una cosa banale, ma poter lavarsi le mani sotto il rubinetto senza chiedere aiuto è un’enorme conquista per chi, come me, vive una disabilità. Questa protesi rappresenta un passo avanti verso l’autonomia che tutti noi desideriamo”, spiega.
Tuttavia, la generosità di Michele va oltre le sue esigenze personali. “So che ci sono tante persone meno fortunate che stanno ancora aspettando una protesi. Se dovessero chiamarmi per anticiparmi questa mano, sarei pronto a dire di no. Voglio che chi ha più bisogno di me venga messo davanti: io ho già avuto tanto dalla vita”.
La sua missione oggi è quella di trasmettere speranza, anche attraverso i social. “Lì faccio vedere che anche con una mano sola si possono fare cose che sembrano impossibili. Per esempio, ho fatto il Guinness World Record per allacciarmi le scarpe con una sola mano. Lo faccio per dare speranza a chi si trova nelle stesse condizioni. E, soprattutto, per dire: non arrendetevi. La vita è bella, anche quando sembra che non ci siano più vie d’uscita”.
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