Un vero terremoto giudiziario ha scosso il mondo delle assicurazioni con l’operazione coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Un’inchiesta capillare, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e del Nas di Napoli, ha portato all’esecuzione di 23 misure cautelari: 22 arresti domiciliari e un obbligo di firma. Coinvolti medici, avvocati, falsi testimoni e procacciatori d’affari, tutti accusati di far parte di un’organizzazione dedita alla frode assicurativa.
Le indagini, avviate nel 2019 e proseguite fino a oggi, hanno svelato un sistema sofisticato di falsi incidenti stradali che ha generato richieste di risarcimenti per un totale di quattro milioni di euro. La Procura aveva inizialmente richiesto 54 misure cautelari, ma, alla luce degli interrogatori eseguiti sulla base della Legge Nordio, il giudice per le indagini preliminari ha ridotto il numero a 23. Tra gli indagati, a 17 viene contestata anche l’associazione a delinquere finalizzata alle truffe.
La base operativa: un falso centro fisioterapico a Casal di Principe
Il cuore pulsante dell’organizzazione si trovava a Casal di Principe, dove un falso fisioterapista gestiva un centro per trattamenti terapeutici, ora sottoposto a sequestro. Inoltre, i Nas hanno individuato e sequestrato altri tre centri diagnostici tra Caserta e Napoli, dove venivano redatti falsi referti per attestare lesioni e trattamenti mai eseguiti. Parte delle apparecchiature mediche sequestrate è stata donata all’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa.
Pandemia e triage prioritario per false vittime
L’inchiesta ha rivelato un particolare agghiacciante: le false vittime si presentavano nei pronto soccorso anche durante la pandemia, ottenendo accesso prioritario rispetto a pazienti con reali necessità. Due ospedali in particolare, Maddaloni e Marcianise, vedevano coinvolti medici compiacenti che certificavano lesioni inesistenti.
Nel corso della conferenza stampa, il colonnello Manuel Scarso, comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, ha sottolineato la complessità dell’indagine, alla quale hanno contribuito anche il procuratore Pierpaolo Bruni, il tenente colonnello Alessandro Cisternino e il maggiore Michelangelo Piscitelli.
Con un totale di 504 indagati, l’operazione rappresenta un duro colpo al sistema delle frodi assicurative, evidenziando la necessità di maggiore vigilanza in un settore spesso vulnerabile a manipolazioni.
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