NAPOLI – “Rispetto la sentenza per dovere civico, ma sono sbigottito e incredulo. Mi batterò affinché in appello possa dimostrare la mia totale estraneità ai fatti a me imputati. In questo momento buio e triste della mia vita, penserò di più ai miei affetti, continuando con senso di responsabilità nei molteplici impegni imprenditoriali che ho intrapreso”. Con queste parole, in una nota, l’imprenditore Danilo Iervolino ha commentato la condanna a 4 anni di reclusione in primo grado per corruzione.
Secondo l’accusa, per ottenere un parere favorevole alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, avrebbe richiesto a Iervolino, all’epoca dei fatti patron dell’Università telematica Pegaso, l’assunzione del figlio di Concetta Ferrari, segretario generale del Ministero del Lavoro.
Anche il legale di Iervolino, l’avvocato Giuseppe Saccone, ha espresso perplessità sulla decisione del giudice. “Non posso nascondere lo stupore per una decisione di cui, allo stato, non sono note le motivazioni e che, quindi, potrà essere commentata solo quando saranno depositate – ha dichiarato Saccone – Tuttavia sono certo che si tratterà di una motivazione ‘creativa’, tale dovendo essere per superare quanto emerso chiaramente nel processo: il dott. Iervolino è del tutto estraneo alla dinamica dei fatti oggetto dell’accertamento e non ha mai consapevolmente svolto un ruolo nella vicenda di corruzione ipotizzata. Sono fiducioso che nei successivi gradi di giurisdizione le ragioni del dott. Iervolino potranno prevalere”.
Articolo pubblicato il giorno 13 Dicembre 2024 - 14:52