Gragnano. Sono complessivamente 23 gli indagati del gruppo di pusher legati al ras di piazza Nassiriya a Gragnano finiti nell’inchiesta della Dda di Napoli e che ieri ha portato all’emissione di 5 ordinanze cautelari eseguite dai carabinieri.
Una ha colpito in carcere il ras Rossano Apicella, 47 anni e poi sua moglie Rosaria Vitiello e al figlio 21enne Dario, e con loro sono finiti in carcere anche il 26enne Vincenzo Donnarumma e Salvatore Pio Pennino, il 24enne coinvolto nella vicenda dell’omicidio di Nicholas Di Martino, il 17enne accoltellato a morte nel maggio 2020.
L’organizzazione criminale utilizzava minorenni per lo spaccio di stupefacenti e gestiva una vera e propria piazza di droga nel cuore di Gragnano. È quanto emerso dall’indagine nel corso della quale sono stati monitorati centinaia di episodi di spaccio e di consegne a domicilio.
Apicella impartiva gli ordini e ele direttive alla famiglia anche dal carcere grazie a un telefono cellulare. La sua abitazione in via Volte era diventata il fulcro delle attività illecite, con pusher, anche minorenni, che ricevevano ordini diretti e vendevano droga ai clienti.
Il metodo operativo era collaudato: lo spaccio avveniva spesso con il “lancio dal balcone” o nella piazzetta dedicata ai caduti di Nassiriya, trasformata in un vero e proprio mercato a cielo aperto. I carabinieri hanno documentato un sistema ben organizzato, con depositi di droga sparsi in tutta la città, gestiti anche da persone apparentemente insospettabili.
Particolarmente allarmante è l’utilizzo di minorenni come “soldatini” dello spaccio. I giovani, spesso sottoposti a pressioni e minacce, venivano utilizzati per vendere droga in strada, mettendo a rischio la propria vita e il proprio futuro.
Tra gli arrestati c’è anche Salvatore Pio Pennino, 24enne coinvolto nell’omicidio di Nicholas Di Martino, il 17enne accoltellato a morte nel maggio 2020. Un delitto che aveva scosso la comunità di Gragnano e che ora si inserisce in un contesto più ampio di scontri tra clan rivali.
Nel corso delle operazioni, i carabinieri hanno sequestrato cinque chilogrammi di marijuana, nascosta in un deposito, e hanno scoperto un sofisticato sistema di videosorveglianza che proteggeva l’abitazione di Apicella. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno permesso di ricostruire anni di attività criminale, grazie anche all’intercettazione di conversazioni telefoniche e ambientali.
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L'articolo parla di un inchiesta molto seria e fa capire come la droga si diffonde tra i giovani. Anche se ci sono arresti, mi chiedo se questo basta a fermare il problema. I minorenni coinvolti mi preoccupano tanto.