Il Consiglio dei Ministri ha dato luce verde alla norma sulla presunzione di innocenza, stabilendo il divieto per i giornali di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare nella loro interezza, consentendo solamente la trasmissione dei contenuti. Non sono previste sanzioni per chi non rispetta il divieto.
Un nuovo approccio alla pubblicazione degli atti giudiziari
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Il decreto legislativo approvato in via definitiva mira a rafforzare la conformità del sistema giuridico nazionale alla direttiva europea sulla presunzione di innocenza. L’articolo 2 della legge modifica l’articolo 114 del codice di procedura penale, sancendo il divieto di pubblicazione delle ordinanze fino alla conclusione delle indagini preliminari o al termine dell’udienza preliminare. Un’iniziativa sostenuta dall’on. Enrico Costa, che vede un’adesione significativa anche da parte del Ministro Nordio e della premier Giorgia Meloni.
Divieto esteso senza sanzioni
Il provvedimento, approvato inizialmente il 4 settembre, è stato sottoposto all’esame delle Commissioni giustizia di Camera e Senato, le cui osservazioni sono state parzialmente accolte, portando a un ampliamento del divieto di pubblicazione senza tuttavia introdurre nuove sanzioni. Restano escluse le misure cautelari reali, come i sequestri, mentre si rafforza il vincolo sui provvedimenti che influenzano la libertà personale.
Le proposte delle Commissioni e la linea adottata
Le Commissioni parlamentari hanno proposto l’estensione del divieto ad altri provvedimenti analoghi emessi durante il procedimento cautelare, senza includere sanzioni detentive per i contravventori. È stato suggerito un ripensamento del sistema sanzionatorio per rendere il divieto più efficace, in considerazione dell’attuale inefficacia delle sanzioni previste per la pubblicazione non autorizzata. Tuttavia, ha prevalso l’orientamento degli uffici legislativi, che ha escluso l’inclusione di sanzioni immediate nel presente decreto, lasciando la possibilità di future considerazioni in altri provvedimenti riguardanti la giustizia.
Questa norma, sebbene criticata da alcuni come una “legge bavaglio”, consente almeno ai giornalisti di sintetizzare i provvedimenti con una certa libertà, pur mantenendo le limitazioni sui testi delle ordinanze.
Articolo pubblicato il giorno 11 Dicembre 2024 - 10:28