Alici e acciughe sono termini utilizzati in Italia per descrivere lo stesso pesce, ma con delle differenze di significato legate al metodo di lavorazione. Sebbene entrambi i nomi si riferiscano a Engraulis encrasicolus, solo in Italia si distingue tra “alice” per i pesci interi e “acciuga” per quelli lavorati o conservati. La nomenclatura varia anche in base ai tipi di prodotti cercati: una ricerca per “alici” mostra pesci freschi, mentre “acciughe” porta a filetti in scatola o in salamoia.
La parola “acciuga” è prevalentemente usata per riferirsi ai pesci puliti e conservati, mentre le “alici” indicano pesci interi. Il riconoscimento di questi termini è supportato anche dal Decreto Ministeriale del 2017, che identifica i nomi scientifici correlati a quelli comuni. Tuttavia, rimane un dibattito sul loro uso corretto.
Riguardo l’acciuga, questa è un pesce osseo comune nei mari italiani, con una lunghezza media di 10-15 cm e un colore grigio-argenteo. Appartiene alla famiglia Engraulidae ed è ampiamente diffuso nel Mediterraneo. Le acciughe sono importanti anche dal punto di vista commerciale, essendo trattate in vari modi, come sotto sale o sott’olio, e il loro mercato si estende in Francia e Scandinavia, dove sono consumate in diverse preparazioni culinarie.
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