Vallo della Lucania si stringe nel dolore e nell’indignazione. Un verdetto che ha scosso la comunità cilentana fino alle fondamenta: madre e patrigno sono stati condannati all’ergastolo per aver perpetrato indicibili orrori ai danni della loro stessa figlia.
La piccola, con un coraggio immenso, aveva denunciato gli abusi subiti, svelando un inferno domestico che si celava dietro le apparenze di una famiglia normale. Le indagini, condotte dai Carabinieri, hanno dipinto un quadro agghiacciante di violenze sessuali ripetute e sistematiche, commesse all’interno delle mura domestiche.
La Cassazione ha confermato la sentenza di primo e secondo grado, mettendo fine a un calvario durato anni e assicurando giustizia alla giovane vittima. La madre, invece di proteggere sua figlia, è stata complice degli abusi, omettendo di intervenire e anzi, in alcuni casi, favorendo le azioni del compagno.
La notizia ha suscitato un’ondata di sdegno e incredulità. Come è possibile che una madre possa tradire così la fiducia della propria figlia? Come è possibile che un patrigno possa commettere atti così atroci? Queste domande echeggiano nella mente di tutti, lasciando un senso di profondo sgomento.
La comunità di Vallo della Lucania si stringe attorno alla giovane vittima, offrendole tutto il sostegno possibile. È un segnale di speranza, un messaggio chiaro che la violenza non può vincere e che la giustizia, anche se tardiva, arriva sempre.
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