Il giudice per l’udienza preliminare (GUP) ha condannato a pene variabili tra i 3 anni e 6 mesi e i 2 anni e 10 mesi diversi detenuti e i loro familiari per aver introdotto droga nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Una donna, invece, ha scelto di essere processata con rito ordinario ed è stata rinviata a giudizio. La posizione di un agente di polizia penitenziaria, coinvolto nel caso, è stata separata dal procedimento, in quanto sorpreso dagli stessi colleghi penitenziari.
Le quattro condanne, pronunciate dal GUP del Tribunale di Napoli Nord, Caterina Anna Arpino, in rito abbreviato, hanno inflitto 3 anni e 2 mesi a Davide Reale, 31enne di Caserta; 3 anni e 6 mesi ad Antonio De Crescenzo, 37enne di Castel Volturno; e 2 anni e 10 mesi ciascuno a Luana Morrone, 34enne di Castel Volturno, e Angela Ucciero, 30enne, anch’essa di Castel Volturno. Anna Bruno, 31enne di San Nicola la Strada, ha scelto invece il rito ordinario e sarà processata separatamente.
L’inchiesta della Procura di Napoli Nord ha rivelato che alcune donne, compagne o mogli di detenuti, avrebbero pagato un agente della polizia penitenziaria di Parete per facilitare l’introduzione di sostanze stupefacenti in carcere. L’accordo prevedeva un compenso di 900 euro, diviso in due incontri presso il McDonald’s del centro commerciale Jambo a Trentola Ducenta, durante i quali le donne avrebbero consegnato al poliziotto sia il denaro che la droga.
Tuttavia, altri agenti penitenziari, sospettando della situazione, monitorarono l’agente e, poco prima dell’inizio del suo turno, gli trovarono addosso 102 grammi di hashish e 480 euro in contanti, portando così alla sua incriminazione
Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2024 - 14:30