La sanità pubblica napoletana è sempre più vicina al collasso, almeno secondo quanto denunciato dall’assemblea della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie dell’ASL Napoli 1 Centro. Con una lettera inviata al prefetto di Napoli e alla Direzione Strategica dell’azienda sanitaria, i rappresentanti del settore hanno espresso un duro atto di accusa contro ritardi, inefficienze e carenze che penalizzano il personale, annunciando la proclamazione dello stato di agitazione.
Tra le problematiche principali evidenziate, viene denunciata la mancata formalizzazione degli incarichi professionali, nonostante molte nomine siano già state deliberate e il Regolamento per la Graduazione degli Incarichi Dirigenziali sia stato adottato dal luglio 2023. A questo si aggiunge il ritardo nell’erogazione della retribuzione di risultato per gli anni 2022 e 2023, che viene considerata un danno significativo alla crescita professionale ed economica del personale. La situazione appare ulteriormente aggravata dalla mancanza di uniformità nel controllo dell’orario di lavoro, con trattenute economiche applicate senza alcun preavviso, spesso per importi rilevanti, e dalla lentezza nelle procedure di assunzione, che contribuisce a un progressivo depauperamento delle risorse umane a disposizione.
Le condizioni lavorative risultano sempre più difficili anche per altre criticità, come la mancata corresponsione del fondo INAIL per gli anni 2019-2021 agli aventi diritto e l’assenza di integrazioni economiche per l’attività in autoconvenzionamento nelle aree emergenza-urgenza, nonostante le delibere regionali che ne prevedono l’erogazione. La situazione è resa ancora più insostenibile dalla mancanza di trasparenza da parte dell’azienda, che, secondo i rappresentanti sindacali, non fornisce da anni dati sulla consistenza degli organici nei reparti né sulle somme residue dei fondi economici, impedendo così ogni possibilità di monitoraggio. Nonostante le ripetute sollecitazioni, non è stata inoltre avviata la Contrattazione Integrativa Aziendale, un elemento essenziale per garantire un dialogo costruttivo tra le parti e migliorare le condizioni lavorative.
La proclamazione dello stato di agitazione, sottoscritta da numerose sigle sindacali tra cui Anaao Assomed, Cimo-Fesmed-Anpo, Fassid, Aaroi Emac, FP Cgil Medici e Dirigenti Sanitari Fvm e Federazione Cisl Me, rappresenta un’ulteriore tappa di un conflitto ormai radicato. “Le condizioni lavorative e organizzative sono ormai insostenibili – si legge nella nota – e l’azienda continua a non rispettare i propri doveri, aggravando una situazione già drammatica”.
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