Napoli.Dopo anni di battaglie legali e colpi di scena, il rogo che nel 2013 distrusse una parte della Città della Scienza resta un enigma. La quarta sezione della Corte d’Appello di Napoli ha infatti assolto definitivamente Paolo Cammarota, l’ex vigilante da sempre indicato come il principale sospettato.
Un verdetto che chiude un capitolo lungo e tormentato, lasciando però aperta una ferita ancora sanguinante: chi ha appiccato l’incendio che ha devastato un simbolo della cultura e della ricerca scientifica a Napoli?
Cammarota, difeso dall’avvocato Vincenza Giamundo, è stato prosciolto dall’accusa di incendio e crollo conseguente “per non aver commesso il fatto”. “Una sentenza giusta”, ha commentato il legale, sottolineando come il suo assistito sia stato utilizzato come capro espiatorio.
Il caso ha attraversato tre gradi di giudizio, con esiti sempre diversi. Condannato in primo grado, assolto in appello e poi nuovamente condannato, Cammarota è stato infine assolto definitivamente.
Nonostante le lunghe indagini e i molteplici processi, il mistero sul rogo di Città della Scienza rimane irrisolto. L’assenza di un colpevole lascia un senso di incompletezza e pone interrogativi sulla reale dinamica dell’incendio. Le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni, potrebbero fornire nuovi elementi per comprendere questa vicenda che ha scosso la città di Napoli.
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