Le disparità lavorative nel Mezzogiorno
Le posizioni lavorative a tempo pieno nel Mezzogiorno d’Italia rappresentano meno di un quarto del totale nazionale, segnando un divario di 11,6 punti percentuali rispetto al Centro-Nord. Una tendenza che, secondo quanto reso noto dall’Istat, ha registrato un picco nel 2020, raggiungendo un differenziale di 14,1 punti.
Nel Sud del Paese, l’incidenza di contratti a tempo determinato e part-time è particolarmente elevata, contribuendo all’accentuarsi delle disparità territoriali. Il numero di ore lavorate per posizione lavorativa nel Mezzogiorno è circa la metà rispetto al Centro-Nord, un dato che evidenzia uno squilibrio strutturale anche in termini di impegno lavorativo.
Le differenze sono riscontrabili anche nelle retribuzioni: nel Mezzogiorno, la retribuzione media annuale non supera i 9.000 euro, mentre nel Centro-Nord le medie non scendono al di sotto di 13.000 euro. Questi numeri indicano che la retribuzione nel Mezzogiorno è poco più della metà di quella del Centro-Nord, riflettendo una persistente disuguaglianza economica tra le due aree.
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Le disparità nel lavoro nel Mezzogiorno è una questione complessa e preoccupante. Nonostante i dati sono chiari, c'è bisogno di più azioni concreti per migliorare la situazione lavorativa per chi vive lì. Speriamo in un futuro migliore.
E' veramente preoccupante vedere come le disparità lavorative tra Sud e Nord continuano a crescere. Le statistiche sono chiare, ma mi chiedo cosa si sta facendo per migliorare la situazion. Speriamo che qualcosa cambi.