Il celebre cantautore Nino D’Angelo si è recentemente espresso riguardo alla sua esperienza al Festival di Sanremo, concentrandosi su un aspetto legato alla lingua delle canzoni in gara.
Durante un’intervista con SuperGuidaTv, D’Angelo ha evidenziato la reintroduzione della possibilità di presentare canzoni in napoletano e ha espresso il suo disappunto: “Questa era una regola che c’era nel 1986 ma che poi fu abolita… La canzone napoletana è la canzone italiana per eccellenza nel mondo. Ormai a Sanremo non contano le canzoni ma le visualizzazioni”.
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Il cantautore ha anche riflettuto sulla sua carriera e sull’esperienza sanremese passata, aggiungendo: “Avevo quasi vinto anche un premio della critica a Sanremo ma poi non l’ho avuto con “Senza giacca e cravatta””.
Nino D’Angelo ha voluto esprimere il suo pensiero anche su Geolier, giovane artista emergente. “In Geolier rivedo la mia storia perché come lui sono nato in periferia”, ha affermato. Tuttavia, D’Angelo ha aggiunto una nota critica riguardo alla scelta di Geolier di presentare un brano in napoletano a Sanremo, definendola un errore e ponendo la questione se il giovane artista riuscirà a mantenere la sua rilevanza nei decenni futuri: “Bisogna vedere se tra 50 anni riuscirà a rimanere sulla cresta dell’onda”.
La discussione evidenzia ancora una volta il dibattito sulla rappresentanza linguistica e culturale nella musica italiana, un tema che continua a suscitare interesse e controversie all’interno dell’industria musicale.
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L'idea di Nino D'Angelo sul Festival di Sanremo è interessante, ma non sono d'accordo con lui sul fatto che le canzoni napoletane siano l'unica vera rappresentazione della musica italiana. Ci sono tanti generi e stili che meritano attenzione, non solo il napoletano.