Un nuovo episodio di violenza ha sconvolto la città di Napoli. Un tassista napoletano è stato vittima di una brutale aggressione da parte di una baby-gang composta da otto giovani, armati di una pistola.
L’accaduto si è verificato nella serata di ieri, mentre l’uomo stava svolgendo il suo servizio.Secondo quanto denunciato dalla vittima, tutto è iniziato quando ha preso a bordo i ragazzi in Piazza Plebiscito.
Destinazione: San Giovanni a Teduccio. Durante il tragitto, apparentemente tranquillo all’inizio, la situazione è degenerata rapidamente. I giovani hanno iniziato a vandalizzare l’abitacolo dell’auto, strappando i sedili e danneggiando l’impianto elettrico. Giunti a destinazione, invece di pagare la corsa, i ragazzi hanno minacciato il tassista con la pistola, costringendolo a scendere dall’auto.
Senza proferire parola, i giovani si sono dileguati nella notte, lasciando l’uomo solo e spaventato con un taxi completamente distrutto. La vittima, ancora sotto shock, ha immediatamente sporto denuncia presso le autorità competenti.
L’episodio, che si aggiunge ad una lunga serie di aggressioni ai danni dei tassisti napoletani, riaccende i riflettori sul problema della violenza giovanile in città. Le baby-gang, sempre più numerose e organizzate, rappresentano una seria minaccia per la sicurezza dei cittadini.
“Ho allertato il 112 che è intervenuto senza riuscire ad acciuffarli” – spiega la vittima- “Tra quei balordi ce n’era anche uno armato di pistola.”
“Armati, sfrontati, pericolosi e violenti”- dichiara Borrelli- “eppure si continua a porre il focus non sull’emergenza criminale ma sul pietismo sociale. Li si continua a vedere come vittime della società ma si dimentica che è la società stessa ad essere vittima di questi qui. Lo è chi subisce gli abusi di questi giovani criminali, chi si becca una coltellata, una pallottola, chi deve sottostare alle loro prepotenze.
Tutti i criminali, o quasi, dai boss ai serial killer passando per stupratori e stalker, hanno subito nel corso della loro infanzia episodi segnanti eppure non si ha pietà per loro, come giusto che sia.
Su questi qui, certo, si può ancora lavorare e tentare di recuperarli data la giovane età(va fatto tramite progetti concreti e ad ampio respiro, anche se è impossibile recuperare una percentuale alta di loro se non in tempi molto larghi, puntando sulle prossime generazioni) ma la metamorfosi non può mica avvenire se li giustifica continuamente.
Non dimentichiamo che mentre si continua a discutere su chi ha torto o ragione, su come si possono togliere dalla strada, i cittadini son in balia di queste bande spesso armate e si rischia la vita ogni giorno.”