Napoli sta vivendo un preoccupante calo demografico. La città partenopea, che per anni ha detenuto il primato nazionale per il numero di nascite, è stata sorpassata da realtà molto diverse come Trento e Bolzano. Questa inversione di tendenza è un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato.
In Campania, ci sono 1 milione e 680 mila persone inattive: giovani e donne che né lavorano né studiano, una massa di individui fuori dal mercato del lavoro che supera addirittura il numero degli occupati, pari a 1 milione e 626 mila. Di questi inattivi, ben 955 mila sono giovani che vivono senza alcuna occupazione, rappresentando il 27% della popolazione regionale.
“Poche regioni fanno peggio di noi,” afferma Vincenzo Tedesco, direttore regionale Inps Campania, sottolineando che due terzi degli occupati sono uomini, mentre solo un terzo sono donne, evidenziando un divario che necessita di essere colmato.
Questo dato allarmante emerge dal rendiconto sociale dell’Inps per il 2023, presentato ieri in prefettura alla presenza dei vertici dell’istituto previdenziale locale, del presidente nazionale del comitato di indirizzo e vigilanza Inps Roberto Ghiselli, degli assessori comunali alle Politiche sociali Luca Trapanese e alla Sicurezza e Immigrazione Mario Morcone, dei segretari campani di Cgil, Cisl e Uil, e con la testimonianza di don Luigi Merola.
“Il divario di genere, l’emigrazione giovanile dalla Campania e il calo delle nascite sono problematiche che vanno affrontate,” ha dichiarato Camilla Bernabei, presidente del comitato regionale Inps
Campania.Il report sottolinea anche la diminuzione demografica: tra il 2008 e il 2019, la natalità è calata del 18%. “Napoli, che nel 2002 era prima in Italia per natalità, è stata superata da Trento e Bolzano, e vent’anni dopo è scesa al terzo posto,” spiega Roberto Bafundi, direttore del coordinamento metropolitano Inps Napoli.
Al 31 dicembre 2023, la popolazione campana contava 5.590.076 abitanti, 2.099 in meno rispetto all’anno precedente. Gli over 65 costituiscono il 20,9% della popolazione totale, contro una media nazionale del 24,3%. La pandemia ha aggravato il saldo negativo tra nascite e decessi, con -16.591 nel 2022, mentre la popolazione continua a invecchiare.
Aumentano le richieste di invalidità civile e l’uso dell’assegno di inclusione, la nuova misura di sostegno al reddito introdotta dal governo per sostituire il reddito di cittadinanza. In Campania, sono state accolte 104 mila domande solo a Napoli e 64 mila in totale nella regione, numeri significativi. L’assegno unico, invece, è percepito da 729 mila famiglie campane.
Crisi economica e precarietà lavorativa: La difficoltà nel trovare un lavoro stabile e ben retribuito scoraggia molti giovani dal mettere su famiglia e avere figli.
Mancanza di servizi per le famiglie: La carenza di asili nido, scuole materne e servizi di assistenza agli anziani rende difficile conciliare vita lavorativa e familiare.
Costo della vita elevato: L’affitto, le bollette e le spese per i beni di prima necessità sono sempre più onerosi, mettendo a dura prova il bilancio familiare.
Invecchiamento della popolazione: Il numero crescente di anziani e il calo delle nascite stanno modificando profondamente la composizione della popolazione napoletana, con ripercussioni significative sui servizi sociali e sulla dinamica economica.
Emigrazione: Molti giovani napoletani sono costretti a lasciare la propria città per cercare fortuna altrove, contribuendo ulteriormente al calo demografico.
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