Venerdì 8 novembre, alle ore 21.00, Mutaverso Teatro presenta Dov’è la Vittoria, spettacolo del Collettivo BEstand, in scena al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, nell’ambito della sezione GEografie che volge lo sguardo sulla Campania, valorizzando il lavoro di nuovi autori e artisti del territorio.
Il testo, scritto da Agnese Ferro, Giuseppe Maria Martino e Dario Postiglione, offre una riflessione tagliente sulla politica contemporanea, esplorando le contraddizioni del populismo e dell’estremismo di destra. La regia di Giuseppe Maria Martino si distingue per il suo linguaggio satirico, capace di coinvolgere e scuotere il pubblico che osserva i tre attori, Martina Carpino, Luigi Bignone e Antonio Elia nel pieno di un processo creativo: la costruzione di un personaggio controverso e a tratti grottesco.
Lo spettacolo, una produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del Contemporaneo, si avvale del disegno luci di Sebastiano Cautiero, delle scene di Carmine De Mizio e dei costumi di Federica Terracina, che contribuiscono a creare un’atmosfera surreale e inquietante.
Lo spettacolo ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Neiwiller di Artec Napoli 2020, il Premio del pubblico al Festival Inventaria 2019 e la Menzione Speciale per Martina Carpino al Premio Nuove Sensibilità 2.0. Al termine dello spettacolo, è previsto un incontro con i protagonisti diretto da Olga Chieffi e Gemma Criscuoli.
Costo del biglietto intero 13 €; ridotto under30 10 €. Contatti e prenotazioni a info@ablativo.it oppure 329 4022021
Protagonista dello spettacolo è Vittoria Benincasa, la prima donna candidata alla Presidenza del Consiglio d’Italia. Una figura controversa, a tratti grottesca, che incarna il malessere e le tensioni ideologiche dell’Italia moderna. Vittoria ha un talento da trasformista e il carisma di una cattiva Marvel.
Si muove con destrezza nel vuoto ideologico dell’Italia degli ultimi vent’anni, elude le contraddizioni della sua identità politica e di genere, mira al cuore del suo elettorato. Gli interpreti si alternano freneticamente nella costruzione di questo personaggio, rivelando la fragilità della linea tra realtà e finzione.
«Volevamo far ridere ma forse abbiamo fallito – dichiara il Collettivo BEstand a proposito di Dov’è la Vittoria – Man mano che lo svolgevamo, l’argomento ci bruciava tra le dita: l’attualità ci dava conferma dell’assurdo che fantasticavamo.
Di conseguenza l’umorismo si faceva più nero del previsto, la farsa virava verso il grottesco, la commedia diventava indigesta e corrosiva. Di fronte a una realtà che si fa parodia di se stessa, la satira contemporanea ci è parsa un genere compromesso e consolatorio, e allora siamo andati a fondo con questo disagio. Vorremmo che le risate del pubblico finissero con un rospo in gola».
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