La Corte d’Appello di Napoli, prima sezione, collegio B, ha confermato ieri, 25 novembre 2024, la condanna a dieci mesi di reclusione inflitta in primo grado a Umberto Brancaccio, medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, riconosciuto colpevole di omicidio colposo.
I fatti risalgono al 5 ottobre 2016, quando il giovane Michele Mascolo, 31 anni, informatico residente nella frazione Madonna delle Grazie del comune di Santa Maria la Carità, venne dimesso dal pronto soccorso nonostante accusasse dolori addominali persistenti. Michele morì nella notte, circa 20 ore dopo la dimissione, a seguito di un nuovo ricovero d’urgenza.
La famiglia Mascolo, composta dal padre Renato, dalla madre Immacolata Somma e dai fratelli Raffaella e Salvatore, ha commentato la sentenza ringraziando la magistratura per l’attenzione dimostrata verso un caso che ha segnato profondamente le loro vite. “Michele era un ragazzo all’inizio della sua vita, venuto a mancare per altrui colpa,” hanno dichiarato. La famiglia auspica che episodi simili vengano sempre perseguiti per evitare che possano ripetersi in futuro.
Un caso che riaccende il dibattito sulla responsabilità medica e sull’importanza di vigilare attentamente nei casi di emergenza sanitaria.
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Ho letto l'articolo e penso che sia molto importante riflettere su come i medici devono essere responsabili. E' triste che una vita sia stata persa, specialmente cosi giovane. Spero che la giustizia possa fare il suo corso.
la sentenza è una cosa che fa pensare molto, ci sono tanti fattori da considerare. Non è giusto che un medico venga condannato se ci sono delle circostanze che non dipendono solo da lui. È importante riflettere su come migliorare il sistema sanitario.