Mena De Mare la mamma di Santo Romano, il calciatore di 19 anni ucciso da un 17enne a San Sebastiano al Vesuvio l’altra settimana è stato ospite ieri sera di Bruno Vespa a ‘Porta a Porta’.
“Ho saputo di quel che era successo perché ”mi ha chiamato l’altro mio figlio. Mi ha detto ‘mamma non ti spaventare, vieni in ospedale: hanno sparato a Santo in una gamba’. A quel punto ”ho chiamato sul telefono di Santo per sapere se stava bene ma mi ha risposto un amico. Gli ho detto dimmi la verità. E lui ‘L’hanno sparato in petto, corri in ospedale”.
Il tono della voce è ancora ricco di emozione di dolore: “Non mi spiego perché questi minorenni vanno in giro così. Forse hanno la convinzione che non pagano per quello che fanno. Forse hanno troppo libertà di fare e a Napoli vige la convinzione che non pagano per quello che fanno, non vengono puniti”.
Poi quando Bruno Vespa le chiede se ha voglia di incontrare i genitori del ragazzo che ha ucciso il figlio. La sua risposta è precisa e spiega: ”No. Abbiamo saputo dai social che hanno scritto una lettera. Faccio la stessa domanda. I genitori, se fosse stato il contrario avrebbero voglia di incontrare me?”.
Invece Antonio Maimone, il papà di Francesco Pio Maimone il giovane pizzaiolo di Pianura ucciso per lo stesso motivo per il quale è morto Santo Romano ovvero una scarpa griffata sporcata e tra l’altro da un amico minorenne dell’assassino del figlio che risponde al nome di Francesco Pio Valda, parla della situazione della criminalità a Napoli.
“Siamo abbandonati, oggi la criminalità è dappertutto. Deve esserci una certezza della pena, un minorenne che commette un omicidio non lo possiamo mandare a casa”.
E ancora: ”Un ragazzo di 17 anni commette un omicidio, il suo avvocato dice che c’è infermità mentale e non è idoneo al carcere ma che facciamo mettiamo una mina vagante per strada?”. Io la ”’pistoletta’ l’aspettavo alla Befana, oggi a NAPOLI se non hai una pistola non sei nessuno”.
Alla puntata di ‘Porta a porta’ è intervenuta anche la mamma di Giovan Battista Cutolo, detto Giogiò, ucciso a 24 anni, in piazza Municipio a Napoli mentre si trovava davanti ad un pub. Anche Giogiò, che era con la fidanzata, ha trovato la morte per mano di un minorenne perché ha tentato di proteggere un ragazzo bullizzato, al quale avevano buttato addosso un barattolo di maionese.
A Giogiò è stata concessa la medaglia al valore civile. “Chi ha ucciso mio figlio – ha detto con amarezza la mamma – dopo aver commesso il fatto è andato a giocare a carte. Tutti dicono disarmiamo Napoli, questi minorenni si procurano le armi come se fossero accendini. Quante scuse ci devono a me, alla mamma di Francesco Pio e di Santo. Hanno massacrato i nostri figli”.
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