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LA LETTERA

La mamma dell’assassino di Santo Romano: “Chiediamo scusa e perdono”

La donna scrive una lettera alla famiglia di Santo Romano chiedendo perdono e specificando che non sono pregiudicati e che il figlio da due anni rifiuta le medicine
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Domenica scorsa davanti alle telecamere del Tg1 aveva detto: “Non ho niente da dire”. Aveva parlato il marito ma al telefono con l’inviato della prima rete della Rai chiedendo scusa e perdono alla famiglia di Santo Romano. Oggi invece la mamma di Luigi, il 17enne assassino di santo Romano, prima della decisione del gip di lasciarlo in carcere ha inviato una lettera.

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“Vi chiediamo scusa, perdono per ciò che ha fatto nostro figlio per il dolore terribile che vi è stato inflitto…. Ci rivolgiamo ai genitori, ai nonni, agli zii, ai cugini, alla fidanzata, agli amici, a tutta la famiglia e a tutte le persone che amavano Santo – si legge nella missiva – noi siamo i genitori (del 17enne) e vi chiediamo scusa e perdono per ciò che ha fatto nostro figlio, per il dolore terribile che vi è stato inflitto, per la tragedia che state vivendo”.

La lettera scritta a mano e con lettere in stampatello è firmata dalla mamma del giovane assassino ed è stata resa nota dall’avvocato Luca Raviele che difende il giovane che è accusato di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio.

“Nostro figlio ha distrutto la vostra famiglia, ma anche la nostra”

“Perdere un figlio è una cosa inaccettabile, inspiegabile, un dolore che vi accompagnerà per tutta la vita, – si legge ancora nella lettera – nostro figlio ha distrutto la vostra famiglia, ma anche la nostra. Noi siamo una famiglia umile, mio marito lavora, abbiamo un camion dei panini, i nostri figli sono stati cresciuti in una famiglia normale, di lavoratori”.

Poi la donna ci tiene a precisare e a smentire notizie diffuse attraverso alcune dirette social. “Io sono la mamma, non sono una pregiudicata, e né affiliata ai clan. Siamo una famiglia normale, come tante”.

 “Due anni fa mio figlio è diventato ingestibile e rifiutava le medicine”

“Mio figlio è stato sempre curato e seguito – evidenzia la donna – da piccolo dalla neuropsichiatra infantile. Due anni fa, diventò ingestibile. Subito sono stati presi provvedimenti, con i servizi sociali” ma “rifiutava medicine e visite”.

“Noi siamo una famiglia sconvolta e distrutta insieme alla vostra: chiediamo perdono da parte di nostro figlio”.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 5 Novembre 2024 - 18:28


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