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Magi (SUMAI): “Italia difetta di progettazione, fabbisogno e programmazione”

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Roma. “Abbiamo fatto una tavola rotonda sull’argomento del congresso, quello che riguarda la progettazione, il fabbisogno e anche la programmazione, perché purtroppo in Italia la sanità difetta proprio di questi tre elementi.

Mi è stata anche suggerita la sostenibilità, ma questo non lo possiamo discutere, spetta alla politica rendere la sanità sostenibile il più possibile”. Lo ha affermato il segretario generale del Sumai Assoprof, Antonio Magi, a margine della tavola rotonda organizzata in occasione del 56esimo congresso nazionale Sumai Assoprof, in corso a Roma.

“È stata una giornata molto importante- ha proseguito- e alla tavola rotonda hanno partecipato figure di spicco del settore. Da questo incontro è emersa chiaramente la centralità della specialistica ambulatoriale: finalmente si comincia a parlare fortemente di questa categoria, che poi è la reale soluzione per le liste d’attesa e la presa in carico del paziente.

Finalmente si è capito che dobbiamo passare da una parte prestazionale a una parte di presa in carico, perché così riduciamo automaticamente gli interventi in pronto soccorso che non sono appropriati e, nello stesso momento, riusciamo a governare anche le liste d’attesa, perché chiaramente leviamo parte dei pazienti, spesso cronici, prendendoli direttamente in gestione”.

“Questo- ha tenuto a sottolineare il segretario generale del Sumai Assoprof- diventa fondamentale per la categoria ma anche per i cittadini, perché va a tutela di una popolazione che, chiaramente, sta diventando sempre più anziana”.

“Su questo aspetto- ha inoltre detto- punteremo anche nella mia relazione del pomeriggio, d’altronde ne ho già accennato nella tavola rotonda, ovvero l’importanza di togliere l’incompatibilità, un discorso oggi anacronistico perché limita la parte professionale, limita tutti gli specialisti disponibili ad abbattere la liste d’attesa”.

“L’altra cosa principale, che è ormai il nostro ‘mood’- ha concluso Magi- è la depenalizzazione, che libererebbe anche risorse economiche, circa 13 miliardi l’anno che potrebbero essere investiti sul personale, il centro di tutto il sistema attuale.

Abbiamo soldi per le strutture, per le attrezzature ma non ne abbiamo più per il personale, e senza personale non si fa sanità e quindi non può essere garantita la salute dei cittadini, come invece recita l’articolo 32 della Costituzione”.

Articolo pubblicato il giorno 8 Novembre 2024 - 16:19

A. Carlino

Collaboratore di lunga data di Cronache della Campania Da sempre attento osservatore della società e degli eventi. Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni.

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A. Carlino

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