Lavoro

Lavori da sogno: come sostenibilità e inclusione stanno ridefinendo il mondo del lavoro in Italia 

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Il lavoro dei sogni è quello che offre lo stipendio più alto? Non più. Oggi contano prima di tutto la sostenibilità e l’inclusione. A ridefinire gli standard delle aspirazioni professionali sono le nuove generazioni, che cercano non tanto (o non solo) ruoli remunerativi, ma in grado di avere un impatto ambientale e sociale. Questa tendenza si avverte anche in Italia in svariati settori, dall’ambito delle energie rinnovabili alla moda.

L’ascesa dei lavori sostenibili

Il settore più legato alla sostenibilità è, per definizione, quello delle energie rinnovabili, che negli ultimi anni ha visto una vera e propria esplosione, generando nuove opportunità di lavoro e creando nuove professionalità, che operano anche al di fuori del proprio contesto.

Accanto agli esperti di settore, con specializzazioni verticali in fonti di energia alternative ai combustibili fossili (fotovoltaico, eolico, energia geotermica, biomasse ecc.), cominciano a diffondersi figure professionali ‘ibride’, come i consulenti per la sostenibilità e gli esperti in economia circolare, formati in sviluppo sostenibile, tecnologie per l’ambiente, ingegneria sostenibile ma chiamati a interagire con team multidisciplinari per promuovere l’adozione di pratiche eco-compatibili in ogni comparto produttivo.

In Italia un settore particolarmente rappresentativo, da questo punto di vista, è quello della moda, che da sempre porta alto nel mondo il lustro del Made in Italy, della creatività e dell’eleganza italiane. Non a caso, come rileva un sondaggio di Jobseeitaker.com, l’ambito del fashion continua a essere uno più attraenti per i ‘lavori da sogno’ a livello globale. Ma non disgiunto dall’attenzione per la sostenibilità e per l’ambiente.

A confermarlo è il Venice Sustainable Fashion Forum, che si è svolto a ottobre con la partecipazione di circa 350 leader del settore. Il tema e gli interventi di quest’anno – Leading Re-Generation – lasciano pochi dubbi sulla direzione da intraprendere: bisogna “ripensare il settore in un’ottica di innovazione e circolarità, coinvolgendo ogni attore della filiera e fronteggiando le sfide di sostenibilità che ormai non possono più essere ignorate”, si è detto ad apertura lavori [1].

I principali driver di carriera? Diversità e inclusione

Ma non è soltanto la sostenibilità a orientare le scelte di carriera delle giovani generazioni. Oggi un altro driver fondamentale sono l’inclusione e la diversità. La cultura aziendale non si misura più a partire esclusivamente dal risultato economico, bensì dal grado di apertura e di supporto nei confronti delle minoranze.

Diversity, Equity and Inclusion: nel mondo…

Segnali inequivocabili di questo cambio di paradigma arrivano dalla classifica Best Workplaces for Diversity, Equity & Inclusion, che ha preso in esame 288 aziende, con sede in ogni parte del mondo, e intervistato più di 127.000 collaboratori [2].

In base ai dati ricavati dal sondaggio, il numero delle aziende impegnate a monitorare il clima lavorativo interno e a migliorare l’esperienza dei propri dipendenti è in lenta ma progressiva crescita. Diverse realtà aziendali realizzano progetti appositamente dedicati dalla diversità e all’inclusione, e in alcuni casi dispongono di figure professionali ad hoc, come il consulente DEI (Diversity, Equity and Inclusion).

Questa figura è un professionista specializzato nell’aiutare le organizzazioni a sviluppare e implementare strategie che promuovano la diversità, l’equità e l’inclusione all’interno del contesto lavorativo. L’obiettivo è creare ambienti di lavoro più inclusivi, migliorare le pratiche di assunzione e garantire che le politiche aziendali si traducano in un impegno concreto in questa direzione.

Tornando alla classifica globale, le aziende premiate sono 20. Di queste, ben 10 sono italiane.

…e in Italia (con un caso esemplare)

La necessità di porre attenzione a questi temi è messa bene in luce anche da diversi osservatori nazionali, come una recente indagine di Assocosultant – Associazione delle Imprese di Consulenza di Management in Italia [3].

Secondo questa indagine il 73% degli intervistati – che include dipendenti e consulenti (74%), aziende private e clienti (42%), azionisti (29%), pubblica amministrazione (24%) e istituti di credito (9%) – ritiene fondamentale che le aziende affrontino seriamente le tematiche di diversità e inclusione.

E qui non possiamo che tornare all’ambito della moda. Un caso esemplare di apertura alla diversità è stato il contributo di Alessandro Michele, che da direttore creativo di Gucci ha reso il celebre marchio un simbolo globale di inclusione e innovazione.

Attraverso collezioni che hanno sfidato i canoni tradizionali di genere, età e identità, Michele ha dimostrato come la moda possa diventare un potente strumento di dialogo e cambiamento sociale, celebrando la diversità in ogni sua sfaccettatura.

Il futuro dei lavori da sogno in Italia

Le tendenze globali che promuovono la sostenibilità e l’inclusione sono già in atto e avranno un’influenza sempre maggiore sulla percezione collettiva di ‘lavoro da sogno’.

Le industrie emergenti, come tutta la filiera legata alle tecnologie e alle fonti energetiche sostenibili, nascono già con questo imprinting. Quelle più tradizionali, per rimanere al passo, stanno investendo significativamente in buone pratiche su entrambe i fronti. Soltanto così potranno rimanere competitive e attrarre nuovi talenti.

Questa direzione, del resto, era stata evidenziata a chiare lettere dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sottoscritta nel 2015 dall’Assemblea generale dell’Onu, e cioè dai governi dei 193 Paesi membri, l’agenda si articola in 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals).

Questi obiettivi, tutti interconnessi, si fondano su una serie di pilastri comuni – tra i quali appunto l’inclusione e la sostenibilità – e rappresentano evidentemente un faro di orientamento che anche le imprese italiane stanno iniziando a seguire in modo programmatico.

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, impegnarsi a tradurre questi principi in buone pratiche concrete è diventato un fattore chiave: per attrarre giovani professionisti motivati, e garantire così la crescita e il ricambio generazionale.

Per concludere

Nel mondo, e così anche in Italia, la definizione di ‘lavoro da sogno’ sta cambiando.

Le nuove generazioni sembrano molto meno disposte a compromettere benessere personale e collettivo, sempre più attente a selezionare ruoli e aziende concretamente impegnate sul doppio fronte della sostenibilità e dell’inclusione.

Le imprese, per rispondere a questa esigenza, stanno un po’ per volta mettendo in discussione lo status quo. Ergo: l’impatto positivo sull’ambiente e sulla società è il vero futuro del successo professionale.

Fonti:

[1] https://www.vogue.it/article/venice-sustainable-fashion-2024

[2] https://lab24.ilsole24ore.com/best-workplaces-diversity-equity-inclusion/#

[3] https://www.assoconsult.org/news/comunicato-stampa-nelle-aziende-cresce-la-cultura-diversity-equity-inclusion-22-novembre-2023/


Articolo pubblicato il giorno 26 Novembre 2024 - 13:52
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