Marcianise. Con l’assemblea convocata dai sindacati per lunedì 18 novembre, arriva ad un passaggio fondamentale la vertenza che coinvolge lo stabilimento della multinazionale Jabil di Marcianise, che va avanti da anni ma è precipitata negli ultimi mesi dopo la decisione dei vertici Jabil negli Usa di cessare l’attività nel sito casertano, e di lasciare dunque l’Italia, entro marzo 2025.
A rischio c’è il posto di lavoro di 418 addetti, cui lunedì i rappresentanti sindacali, sia quelli aziendali che gli esponenti provinciali e nazionali delle sigle dei metalmeccanici Fiom-Cgil, FIm-Cisl, Uilm e Failms, chiederanno il mandato per andare ad approfondire il piano di mitigazione sociale.
Piano presentato da Jabil sulla base della legge 234 del 2021, che disciplina l’iter di disimpegno avviato dalla multinazionale, dando però a quest’ultima l’obbligo di trovare un’alternativa che garantisca il mantenimento dell’occupazione.
E la Jabil ha invididuato nella Tme Assembly Engineering Srl – nuova società costituita dalla Tme di Portico di Caserta, creata qualche anno fa da un ex lavoratore fuoriuscito da Jabil, e da Invitalia, società del Mef (Ministero Economia e Finanze) – la soluzione per i suoi 418 addetti, che però non vogliono sentirne parlare di passare in altre aziende.
Memori di quanto accaduto nel recente passato ai loro colleghi che da Jabil sono passati, anche convinti da incentivi in danaro, in altre aziende come Softlab e Orefice, che non hanno però garantito alcuna continuità produttiva (gli oltre 200 passati in Softlab da mesi protestano perché quasi sempre in cassa integrazione e senza prospettive future, i 23 finiti nell’azienda sarda Orefice sono stati licenziati).
Tra gli stessi sindacati e i lavoratori non c’è dunque piena sintonia, ma il tempo stringe, visto che la procedura della legge 234 scade il 19 novembre; una scadenza non perentoria, potendo innestarsi una proroga di altri due mesi. Resta in ogni caso la necessità dei sindacati di aver un mandato dai lavoratori, per poi chiedere appunto la proroga al Ministero e magari degli ammortizzatori sociali.
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Speriamo che si trovi una soluzione che garantisca il mantenimento dell'occupazione per i lavoratori di Jabil, la situazione è davvero difficile.