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Caserta, imprenditore agricolo sfruttava come schiavi 4 lavoratori irregolari: misura interdittiva

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Un’inchiesta dei carabinieri ha portato alla luce un nuovo caso di caporalato nella fertile campagna casertana. Un imprenditore agricolo è finito ai domiciliari con l’accusa di aver sfruttato quattro braccianti extracomunitari, costretti a lavorare in condizioni disumane.

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L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, ha svelato un sistema di sfruttamento che si basava sullo stato di bisogno dei lavoratori, privi di permesso di soggiorno e quindi in balia del datore di lavoro. I braccianti venivano pagati una miseria, ben al di sotto dei contratti collettivi, e costretti a turni massacranti di oltre 10 ore al giorno, senza alcuna tutela né giorno di riposo.

Le loro abitazioni erano spesso fatiscenti container, privi di servizi igienici e riscaldamento. I lavoratori vivevano in condizioni di precarietà, sottoposti a un controllo ferreo da parte dell’imprenditore che li costringeva a chiedere permesso anche per allontanarsi dall’azienda.

È un quadro desolante quello che emerge da questa indagine.Questi lavoratori venivano trattati come schiavi, privati della loro dignità e sfruttamento. Dalle indagini è emerso che i 4 lavoratori fossero entrati in Italia a fronte del pagamento di ingenti somme di denaro in favore di trafficanti stranieri, con la promessa di un impiego sicuro e di ottenere il permesso di soggiorno.

I lavoratori dovevano provvedere, tra l’altro, con le loro scarse risorse, oltre al proprio, anche al sostentamento dei relativi familiari nei Paesi d’origine, ragione per cui sono stati costretti ad accettare condizioni lavorative particolarmente svantaggiose, non avendo altri redditi o mezzi di sostentamento èd essendo anche sprovvisti di regolare permesso di soggiorno sul territorio nazionale e privi di documenti.

 I 4 braccianti agricoli sfruttati sono stati collocati in protezione

I lavoratori, dopo l’intervento delle Autorità intervenute, sono stati collocati in protezione, a tutela della loro dignità e libertà individuale.L’evidente sussistenza di un fondato pericolo di reiterazione delle condotte ha imposto, pertanto, l’adozione del presidio cautelare sopra menzionato.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 27 Novembre 2024 - 16:34


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