Napoli. Continua senza sosta la vertenza dei lavoratori di Gesco, che questa mattina hanno abbandonato la sede della direzione generale della Asl Napoli 1 Centro al Frullone, dove alcuni avevano persino trascorso la notte, dopo che il direttore Ciro Verdoliva ha rifiutato di incontrarli, sostenendo di aver già chiarito la sua posizione.
La sua decisione è quella di sostituire 300 operatori – tra cui operatori sociali, psicologi e assistenti sociali – in servizio presso SIR, centri diurni, residenziali e ospedali, con personale proveniente dalle graduatorie della Asl di Caserta e dell’Università Vanvitelli di Napoli.
Questo cambiamento è stato deciso rescindendo anticipatamente di 14 mesi il contratto di affidamento alla RTI con capofila Gesco per i servizi psicosociali rivolti a persone malate, disabili, anziane, affette da Alzheimer e persone con dipendenze.
Per oltre un mese, i lavoratori di Gesco hanno protestato nei luoghi simbolici della città, dal Maschio Angioino alle Poste Centrali, dall’aeroporto alla stazione, nelle piazze principali e di recente davanti alla Regione.
Durante la loro ultima manifestazione, martedì scorso, hanno ottenuto l’appoggio unanime del Consiglio Regionale per la loro richiesta di mantenere la scadenza del contratto con la Asl fino al 31 dicembre 2025, riconoscendo il valore del lavoro sociale e l’apporto dato dalla cooperazione in quasi trent’anni di collaborazione con il servizio pubblico.
Ieri sera, in segno di protesta, i lavoratori hanno bruciato simbolicamente il plico contenente documenti che intendevano consegnare a Verdoliva, che includevano l’Ordine del Giorno del Consiglio Regionale, quello del Consiglio Comunale del 22 ottobre, una petizione con 15mila firme raccolte online e un documento di sostegno firmato da centinaia di organizzazioni sociali come Legacoop Campania, Cnca, Less, Jonathan e Fish.
«Dire che si tratta solo di una perdita di posti di lavoro sarebbe riduttivo – ha affermato Sergio D’Angelo, fondatore di Gesco – La Asl napoletana sta rinunciando, in maniera unica in Italia, a trent’anni di integrazione tra la cooperazione sociale e il servizio pubblico, e a percorsi di inclusione e autonomia per le persone più vulnerabili, che non possono essere considerate semplicemente numeri da rimpiazzare.»
I lavoratori di Gesco prevedono di organizzare altri presidi per la prossima settimana. «Non siamo interessati ai concorsi – dichiarano – perché non è attraverso i libri che, dopo tanti anni, dobbiamo dimostrare di avere la competenza per svolgere il nostro lavoro.
Rinnoviamo la richiesta al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di intervenire, tenendo conto anche delle decisioni unanime dei consigli comunale e regionale.»
Articolo pubblicato il giorno 8 Novembre 2024 - 21:05