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Faida di Scampia: i boss evitano l’ergastolo

Per otto omicidi della seconda faida di Scampia massimo della pena solo per Raffaele Musolino, Salvatore Petriccione, Nunzio Talotti e Luca Raiano

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Napoli. Il processo di primo grado sulla Seconda Faida di Scampia si è concluso con un verdetto misto. Accusati di una serie di omicidi, molti boss, tra cui Cesare Pagano, sono riusciti a evitare l’ergastolo e le condanne più severe richieste dalla Procura.

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Il giudice, nel processo che si è svolto con il rito abbreviato, valutando le prove e le testimonianze, ha condannato Cesare Pagano, Renato Napoleone e Carmine Pagano a 30 anni di carcere ciascuno. Altri boss, come Rito Calzone e Davide Francescone, hanno ricevuto condanne di 20 anni.

Tuttavia, alcuni imputati, tra cui Raffaele Musolino, Salvatore Petriccione, Nunzio Talotti e Luca Raiano, sono stati condannati all’ergastolo.

Le indagini, condotte dai Carabinieri, hanno svelato un quadro dettagliato della faida, che è nata da una scissione all’interno del clan Di Lauro. La decisione della fazione Vanella Grassi di allearsi con il clan Amato-Pagano ha innescato una violenta guerra per il controllo del territorio.

Sono otto gli omicidi finiti al centro di questo processo:

  • Giuseppe Pica dei Di Lauro (14 marzo 2007)
  • Francesco Cardillo dei Di Lauro (14 marzo 2007)
  • Lucio De Lucia dei Di Lauro (21 marzo 2007)
  • Patrizio De Vitale (31 maggio 2007)
  • Luigi Giannino della Vinella Grassi (13 giugno 2007)
  • Salvatore Ferrara dei Di Lauro (25 settembre 2007)
  • Luigi Magnetti della Vinella (25 settembre 2007)
  • Carmine Fusco dei Di Lauro (9 febbraio 2008)

Articolo pubblicato il giorno 1 Novembre 2024 - 08:24


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