Un nuovo episodio di violenza sconvolge la comunità di Giugliano. Un ragazzino di soli 13 anni è stato accoltellato in pieno giorno, in piazza Gramsci, cuore pulsante della città. La dinamica dell’aggressione, ancora da chiarire del tutto, ha dell’inverosimile: una lite per un pallone degenerata in un dramma.
A lanciare l’allarme è don Angelo Parisi, decano dei parroci locali, che non nasconde la sua preoccupazione: “Giugliano è una città abbandonata a se stessa. I nostri ragazzi non hanno più spazi sicuri dove poter crescere e svagarsi. Questa tragedia è l’ennesima dimostrazione di un disagio profondo che serpeggia tra i giovani”.
Il sacerdote, da sempre in prima linea per la difesa dei più deboli, punta il dito contro l’assenza di controlli e di politiche a sostegno dei giovani: “Le istituzioni devono fare di più. È necessario investire in progetti di prevenzione e di recupero sociale, creare spazi aggregativi e promuovere attività che tengano i ragazzi lontani dalla strada”.
Don Parisi sottolinea l’importanza di potenziare l’illuminazione pubblica, spesso carente in molte zone della città, e di aumentare la presenza delle forze dell’ordine. “I nostri ragazzi hanno bisogno di sentirsi protetti e di avere dei punti di riferimento”, conclude il sacerdote, rivolgendo un appello alle istituzioni e alla società civile.
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È davvero triste vedere cosa sta succedendo nella nostra città. Speriamo che le istituzioni possano fare qualcosa al più presto per proteggere i nostri ragazzi.