Cronaca di Napoli

Casoria, il vescovo ai funerali di Santo Romano: “Dio paralizzi le mani a chi vende le armi”

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Casoria. Ha usato parole forti, fortissime contro chi vende le armi, monsignor Francesco Beneduce il vescovo ausiliare di Napoli ella sua omelia pronunciata ai funerali di Santo Romano, il 19enne ucciso a colpi di pistola nella notte tra il 1° e 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli.

“Non possiamo permetterci che queste vite finiscano, e qui c’è una responsabilità delle città, non tanto dei sindaci in senso stretto ma nostra. Come adulti abbiamo abdicato. In questo momento vorrei dire: Signore, paralizza le mani di chi vende le pistole così facilmente e a così poco prezzo, perché questo ha un prezzo che non si misura.

Ti prego signore, non vorrei maledire, ma nel nome di Dio blocca le mani di chi si procaccia denaro in questo modo. Vada alla Caritas, venga a casa mia, ma fa che nessuno si ingrassi in nome di una vita stroncata”.

E poi ha aggiunto: “Cosa dire agli amici di Santo? È come se in questo momento la palla passa nella metà campo nostra. Amici miei, fate gioco di squadra. Voi sapete che lo sport e il calcio è esigente è duro, richiede sforzo, fatica, prove. Santo direbbe: fate di gioco di squadra, scegliete la vita, continuate a scegliere la vita insieme”.

“Anche se non era capitano – ha aggiunto monsignor Beneduce rivolgendosi agli amici e compagni di squadra del 19enne – Santo era un leader, sapeva mettere tutti insieme. Mi piace pensare che avrebbe detto fate i mediani, siate generosi, giocate di squadra, valorizzate gli altri”.

Il vescovo ausiliario ha citato un’intervista di Gianluca Vialli: “Disse che nella vita molte cose non dipendono da te, ma il come viviamo le situazioni nelle quali siamo, quello dipende da noi.

In questo momento se dovesse esserci solo rabbia, tristezza, collera che apre lo spazio all’aggressività e alla parte peggiore di noi, è come se non raccogliessimo il testimone, come se la palla buttata nella metà campo la lasciassimo lì perché tristezza, rabbia e collera portano solo alla morte. In questo momento diventa importante quale maglietta volete indossare. Il mondo ha bisogno di voi, giocate con la maglietta giusta nel campo giusto”.

 All’uscita della bara il grido: “Giustizia, giustizia”

Il coro “Giustizia, giustizia” e un lungo applauso. Così le tante persone presenti all’esterno hanno della chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, a Casoria, hanno accolto l’uscita della bara di Santo Romano. In strada alcuni amici del ragazzo hanno acceso dei fumogeni bianchi.

Gremitissima la chiesa, molti sono all’ esterno ad accogliere Santo urlando piu’ volte il suo nome tra lacrime e dolore. Poco prima dell’ ingresso in chiesa, amici con t shirt bianca a bordo di scooter hanno suonato con insistenza i clacson.

Uno degli amici ha mostrato la maglietta di portiere che Santo indossava nella squadra del Micri. La bara, su cui è poggiata la maglia da portiere indossata da Santo durante le partite, ha fatto il suo ingresso in chiesa portata a spalla dagli amici. “Santo, numero uno”, è stato l’urlo della folla.

Presenti in chiesa sindaci e assessora Regione

I gonfaloni dell Regione Campania e dei Comuni di San Sebastiano al Vesuvio e di Casoria sono stati posti nella chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe di Casoria.Erano presenti alla funzione i sindaci di Casoria, Raffaele Bene, e di San Sebastiano, Peppe Pugliese, il vicesindaco della Città metropolitana di Napoli Giuseppe Cirillo e l’assessora della Regione Campania Armida Filippelli.

I rappresentanti delle istituzioni locali hanno incontrato i familiari di Santo, vicino ai quali siedono i compagni di squadra del ragazzo, calciatore del Micri, squadra che milita nel campionato di Eccellenza Campania per la quale giocava come portiere.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2024 - 17:53

Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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Giuseppe Del Gaudio

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