Ergastolo e tre mesi di isolamento diurno per Alessandro Impagnatiello, l’ex barman riconosciuto colpevole dell’omicidio della compagna Giulia Tramontano, accoltellata a morte il 27 maggio 2023.
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La sentenza della Corte d’Assise di Milano, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, è arrivata in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, confermando le richieste avanzate dal pubblico ministero Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella.
Impagnatiello è stato condannato per omicidio pluriaggravato (per premeditazione, legame affettivo e crudeltà), interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere aggravato. Al termine di un processo durato 13 udienze, iniziato a gennaio 2024, la Corte ha stabilito il deposito delle motivazioni della sentenza entro 90 giorni.
Oltre all’ergastolo, l’ex barman è stato condannato a ulteriori sette anni di reclusione per l’occultamento del corpo e l’interruzione di gravidanza non consensuale, con il riconoscimento del concorso formale tra questi reati e l’omicidio.
Inoltre, Impagnatiello è stato condannato a risarcire la famiglia della vittima: 200 mila euro ciascuno per i genitori di Giulia Tramontano e 150 mila euro a testa per il fratello e la sorella della giovane.
Durante la lettura del verdetto, l’imputato è rimasto impassibile, seduto accanto alle sue legali. Commozione e dolore, invece, tra i familiari di Giulia. La madre della vittima, Loredana Femiano, non ha trattenuto le lacrime ed è stata subito abbracciata dal marito Franco e dai figli Chiara e Mario, in un momento di dolore condiviso.
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